5 domande all’editore indipendente
1. Chi siete?
Citando Montale, “codesto solo oggi possiamo dirti: ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”. Siamo nati da pochissimo, a fine 2011, uniti da un obiettivo: creare spazi indipendenti, liberi, in un panorama editoriale sempre più distante da ciò che per noi dovrebbe essere il ruolo di una casa editrice. Siamo scrittori, editor, artisti, grafici editoriali, da tempo impegnati nel campo. Abbiamo deciso di valicare la barricata e provarci. Sappiamo bene cosa non vogliamo: non vogliamo essere tipografi che si definiscono editori. “La cultura ha guadagnato soprattutto da quei libri con cui gli editori hanno perso”: così sosteneva, nel 1642, Thomas Fuller [The Holy State and the Prophane State]. Non vogliamo certo perdere, e speriamo che ogni nostro “granello di sabbiarossa” accumuli lettori su lettori, ma per ora stiamo investendo con tutte le risorse possibili. Perché c’è un disperato bisogno di restituire alla cultura – e all’editoria – il suo reale significato.
2. Editoria a pagamento?
“Scrivere? A che pro? Dov’è l’editore? Certo non pagherà, anzi vorrà essere pagato”: Marinetti nel 1919 [Democrazia futurista] già descriveva perfettamente quello che oggi è uno dei mali principali del mondo dell’editoria. Lasciamo ad altre realtà, più o meno forti sul mercato dei libri-un-tanto-al-chilo, la terribile formula dell’editoria a pagamento. Per noi gli editori sono editori, e non tipografi: no convinto e assoluto all’editoria a pagamento. È mortificante sentirsi chiedere un preventivo per la pubblicazione di un manoscritto. Applichiamo il contratto standard, con il riconoscimento del 10% per i diritti d’autore: il massimo previsto.
3. Generi e stili che privilegiate?
Siamo partiti con due collane: STORIE, di narrativa e RIFLESSIONI, di saggistica. Poi sono nate le collane TRACCE e IMPRONTE. Da poco abbiamo inaugurato GENEALOGIE. Ciascuna collana, come si può evincere dai titoli, ha una cifra personale, ma sono tutte accomunate da un Diktat assoluto, desunto da tanti scrittori eccellenti. Bisogna avere qualcosa da dire, non semplicemente voler dire. “Scrivere consente di mettere il proprio pensiero come in aspettativa, a disposizione di coloro, donne e uomini, che oggi o domani potranno ascoltarlo” scriveva Luce Irigaray [Io, tu, noi]. Non esistono stili da privilegiare. Esistono pensieri degni di essere messi a disposizione degli altri.
4. Cartaceo e/o eBook?
Siamo feticisti dei libri: amiamo toccarli, odorarli, farli nostri come oggetto di altri sensi, oltre la vista. Li curiamo nei minimi dettagli, a partire dalla veste grafica e dalle immagini di copertina: vere opere d’arte dedicate da una grande artista, Caterina Luciano, a ciascun titolo. Con la scelta di tecniche diverse per ogni collana. Detto questo, non disdegniamo il mercato digitale: finora abbiamo editato e-book in lingua, per immettere sul mercato estero (francese, portoghese, inglese e spagnolo) titoli che in Italia abbiamo editato in cartaceo. Stiamo per inaugurare una nuova collana, solo in e-book, che amplierà gli spazi disponibili per aspiranti scrittori.
5. Autore ideale?
Chiunque segua il suggerimento di Pulitzer: “Esprimi il tuo pensiero in modo conciso perché sia letto, in modo chiaro perché sia capito, in modo pittoresco perché sia ricordato e, soprattutto, in modo esatto perché i lettori siano guidati dalla sua luce”.