agosto 2014 | Scilla (Rc) |
Ribaltare gli stereotipi: quale mission può essere ritenuta più urgente in un territorio, la Calabria, il cui storytelling nazionale punta il dito solo su ciò che non funziona? Così è nata la prima declinazione in eventi di una Calabria buona, quella che vale la pena di raccontare e vivere. Una declinazione che parte dalle nostre fondamenta: l’esigenza di creare rete, di scommettere sulle sinergie possibili.
L’idea della nostra #CalabriaOLTRE parte da una frase “on the road” (a proposito di mission): “Si può sempre andare oltre, oltre – non si finisce mai”. Declinando Kerouac abbiamo declinato tante eccellenze. Scilla, innanzitutto, grazie alle sinergie con il Comune. E a seguire quelle con la Provincia di Reggio Calabria, il Parco Nazionale d’Aspromonte, la Filodrammatica Scillese, che si è occupata della parte logistica. L’idea era molto chiara: abolire le passerelle, quelle cui siamo troppo abituati, con parvenu di turno che affollano palchi e monopolizzano microfoni. E riprendere la passerella, simbolo della cultura e della tradizione di Scilla, per catturare non tanto i pescespada, quanto le nostre radici. Ne sono seguite 8 serate intense, con un programma fitto e tutto da gustare, in giro per i posti più suggestivi della perla del Tirreno: il Bleu de toi, piazza San Rocco, la terrazza Le Sirene, il Lido Francesco. Con le nostre declinazioni di #CalabriaOLTRE.
Presentazione a bordo mare, accompagnati dal canto della soprano Eleonora Pisano. Con Eduardo Lamberti Castronuovo, Antonio Alvaro, Giuseppe Bombino, Aldo Aldi, Nicodemo Vitetta.
[il racconto | il video]
Nicola Gratteri intervistato da Paola Bottero.
A seguire, concerto degli Hantura.
[il racconto | il video]
Elisabetta Tripodi, Manuela Iatì, Consolato Minniti, Mimmo Martino, Alessandro Russo (moderati da Josephine Condemi e Filippo Teramo).
[il racconto | il video]
Giuseppe Bombino, Cosimo Sframeli, Francesca Parisi, Filippo Spanò, Rocco Lupini e Fausta Rigoli (moderati da Marisa Larosa e Filippo Teramo).
[il racconto | il video]
Giovanni Ladiana, Stefano Musolino, Alessio Magro, Alessandro Russo, Paola Bottero (moderati da Josephine Condemi).
[il racconto | il video]
Giuseppe Raffa, Demetrio Naccari, Mimmo Talarico moderati da Alessandro Russo.
[il racconto | il video]
Paola Bottero, Mimmo Gangemi, Fabio Mollo, Antonio De Bernardo moderati da Alessandro Russo.
[il racconto | il video]
Aldo Aldi intervistato da Filippo Teramo.
A seguire, concerto gruppo folk Le Sirene.
[il racconto | il video]
Dopo un ottimo 2012, chiudiamo il 2013 con tante soddisfazioni.
E 12 granelli di SABBIAROSSA. Undici cartacei, uno in ebook. Continuano a darci grandi soddisfazioni, i nostri titoli.
Ecco le nostre tappe più importanti dell’anno.
Il 2013 di SABBIAROSSA si è aperto con una relazione che ne ha sintetizzato il lavoro: “la scrittura come atto di resistenza e libertà in Calabria”, e partendo dalla Calabria in tutto il resto d’Italia. L’appuntamento è stato a Catanzaro, all’Accademia di Belle Arti, il 30 gennaio, con l’intenso e corale viaggio alla ricerca delle domande giuste, e magari delle risposte, condotto da Paola Bottero, Alessandro Russo e dai tanti studenti e docenti presenti.
Rosaria Iazzetta, docente del laboratorio di scultura, artista poliedrica, ha voluto e organizzato questo e gli altri incontri che ha sintetizzato così: “La coscienza è sempre intenzionale. Resistenza creativa in e per la Calabria”.
Spiega Iazzetta: “Una delle difficoltà più grandi per studenti e non, è la capacità di esteriorizzare, e quindi portare in esterno, il mondo interiore, e rendere plausibile e vivibile il mondo reale.
Oggettivamente, l’operare nell’arte dovrebbe essere una modalità di rendere concreto, visivo e profondo il nostro stare al mondo, per poi interiorizzare e rendere soggettiva l’esperienza della vita, nel più profondo della nostra anima. Tutto questo procedimento genera cultura. Il prodotto dell’uomo è cultura. Allora, consapevoli di ciò, di questa necessità biologica, credo che sia interessante, confrontarci con altri che utilizzano diversi mezzi espressivi, per la resistenza necessaria ad ostacolare il me, che contrasta l’io, per conoscere alternative adottate, per dibattere su una questione che sembra calabrese, ma che solo calabrese non è. Dedizione e motivazione, da spingerla ad operare… ad operare ora, hic et nunc”.
Il viaggio 2013 di SABBIAROSSA, per spargere e presentare granelli di sabbia, è iniziato a Torino, alla libreria Coop di piazza Castello. Il 17 gennaio abbiamo presentato il Pogrom della Continassa, con Mara Francese, Carla Osella, Caterina Luciano. Il 21 gennaio è stata la volta di Trento, il 22 di Rovereto.
Dopo l’anteprima di fine anno, il battesimo ufficiale de il porto senza Gioia. A Reggio Calabria il 13 febbraio Aldo Libri ha riassunto il suo diario di vita. Il 19 aprile si è spostato a Polistena (Rc), il 23 aprile ha rappresentato tutti gli altri granelli di sabbiarossa a S. Giorgio Morgeto (Rc) nell’evento “una rosa, un libro”.
Continuano le presentazioni di tutti gli altri titoli di SABBIAROSSA, a partire da Esperanza. Il 26 gennaio ha fatto tappa ad Anguillara Sabazia, il 18 marzo a Fumane (Ve), il 19 a Bassano del Grappa (Vi), il 21 a Pavia, il 23 a Ivrea. Il 12 aprile è stata la volta di Vicenza.
Ad aprile è stata inaugurata la nuova collana GENEALOGIE. Il 6 aprile a Roma la Casa internazionale delle Donne ha ospitato il workshop Prove tecniche di resistenza sul territorio. All’interno del convegno nazionale “I Sud, le mafie – le donne si raccontano”, Doriana Righini e Paola Bottero hanno presentato l’esperienza di SABBIAROSSA e contro versa. Toccherà ora ad IMPRONTE, la nuova collana in lavorazione.
I granelli di sabbiarossa dal 27 aprile al 1 maggio sono stati protagonisti di “Gerace Libro aperto”. Due le presentazioni: il sabato Mara Rechichi ha dialogato con Giovanna Vingelli, una delle dieci autrici di contro versa, aprendo un intenso dibattito “di genere”; martedì 30 aprile Paola Bottero e Alessandro Russo, autori di senza targa, hanno parlato di buonavita di Calabria con Patrizia Prestia e la Gurfata.
Con il maggio dei libri il 9 ci sono stati due appuntamenti concomitanti. A Catanzaro Nicola Fiorita ha moderato la presentazione di senza targa: un dialogo fitto ed un approfondimento sociale e politico tra il giornalistaAntonio Cantisani, il consigliere comunale Antonio Giglio e gli autori, Paola Bottero e Alessandro Russo. A Gioia Tauro (Rc)Tiziana Scarcella ha moderato la presentazione de il porto senza Gioia, dell’esordiente scrittore Aldo Libri, con gli interventi di Angela Napoli eGraziella Giunta. Sabato 11, a Bracciano (Rm), l’Archivio storico ha ospitato la presentazione di Esperanza, con uno dei due autori, Paolo Groppo, organizzata dai Lions.
Il 17 maggio, a Rosarno (Rc) Domenico Mammola ha moderato la presentazione de il porto senza Gioia, con l’autore Aldo Libri; il 24 maggio è approdatoa Taurianova (Rc): moderato da Salvatore Lazzaro con Luigi Longo, Pasquale Larosa, Nino De Masi, Michele Albanese e l’autore. Il 19 maggio, a Sorano (Gr), Paolo Groppo ha presentato il romanzo Esperanza.
Dal 16 al 20 maggio, il XXVI Salone del Libro di Torino ha ospitato i granelli di sabbiarossa. Giovedì 16 con l’evento “l’arte dà forma alla parola”. Caterina Luciano, Roberta Toscano, Paola Bottero e Alessandro Russo, hanno presentato le scelte editoriali ed i primi risultati di sabbiarossa ED. Sabato 18 maggio è stata la volta di contro versa con Monia Andreani, Lucia Cardone, Ivana Pintadu, moderate da Mara Rechichi. Domenica 19 Carla Osella e Mara Francese, moderate da Paola Bottero, hanno presentato il Pogrom della Continassa. Intervento finale dell’assessore al Comune di Torino per il Welfare e le Politiche sociali, Elide Tisi.
Con giugno sono partite le presentazioni in giro per l’Italia di contro versa. L’1 a Pesaro, nella sede dell’Udi in concomitanza con il terzo appuntamento di Laboratorio Donnae. Pina Nuzzo ha introdotto le relazioni di Monia Andreani e Loredana De Vitis. Il 5, a Sassari, al Vecchio Mulino, Monica Farnetti ha moderato Lucia Cardone, Ivana Pintadu e Alessandra Pigliaru. Il tridente calabro con Denise Celentano, Doriana Righini, Giovanna Vingelli è partito il 12 a Catanzaro, al Circolo Augusto Placanica. Introduzioni di Venturino Lazzaro e Isa Mantelli. Il 13 si è spostatoa Reggio Calabria, nella sede dell’Associazione LiberaReggioLab. Introduzione di Letizia Cuzzola. Il 14 ha chiuso a Cosenza, alla libreria Ubik, con Daniela Ceci, Valentina Fedele, Ida Rende e Carla Tempestoso.
Luglio è iniziato con il battesimo de la ‘ndrangheta davanti all’altare: il 14, in piazza Italia a Reggio Calabria, nel contest Tabularasa. Giusva Branca e Raffaele Mortelliti i padrini, Mad Simon e Enzo de Liguoro i rapper&player book. Gli autori al completo: Romina Arena, Paola Bottero, Francesca Chirico, Cristina Riso, Alessandro Russo.
Il 18 luglio a Pomigliano d’Arco (Na) Teresa Panico e Paolo Groppo hanno parlato di Esperanza, il 20 a Lecce l’associazione EvaLuna e Loredana De Vitis hanno raccontato contro versa. Ha debuttato il 29 a Palizzi (Rc) la contaminazione di bianco come la vaniglia. Il romanzo di Paola Bottero messo in musica da Mad Simon e interpretato da Enzo de Liguoro.
Ad agosto due nascite in carta, la terza di inaugurazione della collana E-RE(A)D, ebook di narrativa [di Augusto Antonio Viola, 50′] e tantissime presentazioni. Il 6 Colosimi (Cs) ha ospitato l’anteprima di onorevole sarà lei. Con gli autori Mimmo Talarico e Franco Dionesalvi, Enzo Arcuri, Giuliana Pugliano e Raffaele Rizzuto. Il 10 Esperanza e Paolo Groppo sono approdati alla Valle dei libridi Saint Vicent (Ao). L’11 a Catanzaro Lido SABBIAROSSA è stata ospite della libreria Ubik con la voce e la narrazione di Nunzio Belcaro. Nel contest un mare di parole è stata racc ontata l’esperienza editoriale, con Paola Bottero e Alessandro Russo. Il 13 a Scilla (Rc) è ripartito, all’anfiteatro comunale, il tour de la ‘ndrangheta davanti all’altare. Con rapping&playing book di Mad Simon & Enzo de Liguoro. Sempre a Scilla, il 22, il rapping&playing&talkingbook con l’anticipo di quello che sarà lo spettacolo teatrale di bianco come la vaniglia. Il 23 ad Aieta (Cs), è iniziato il tour di onorevole sarà lei. All’interno del Festival del libro, con Mimmo Talarico, Paride Leporace e Giovanni Ceglie. Poi è Longobardi (Cs) il 24, Diamante (Cs) il 26, Scigliano (Cs) il 27 e Bianchi (Cs) il 29.
Fine agosto con la ‘ndrangheta davanti all’altare. Il 28 a Polistena (RC), nel Campo Valle del Marro, l’incontro di don Pino Demasi, Paola Bottero e Alessandro Russo con i volontari arrivati da Roma e Pavia.
Il 30 a Tauriavanova (Rc) intensa serata nella piazza di fronte al Duomo. A Romina Arena, Paola Bottero, Francesca Chirico e Alessandro Russo si sono aggiunti gli interventi di don Pino Demasi e Giuseppe Creazzo, Procuratore di Palmi.
A settembre sono proseguite le presentazioni di onorevole sarà lei. L’8 a Montalto Uffugo (Cs), con Pietro Caracciolo, il 13 a Mendicino (Cs), con Antonio Palermo, Luigi Settino e Vincenzo Di Voto. La conferenza stampa, nell’Astronave (Palazzo Campanella, sede del Consiglio della Regione Calabria), è stata il 18, coordinata da Romano Pitaro. Si è continuato a Rogliano (Cs), il 28, con Filippo Veltri, Leonardo Falbo e Giuseppe Gallo.
Domenica 15 a Gerace (Rc), Nicola Gratteri e don Giacomo Panizza hanno reso unica la presentazione di la ‘ndrangheta davanti all’altare. Presenti Paola Bottero, Cristina Riso, Alessandro Russo. L’evento, organizzato da Marisa Larosa (moderatrice con Tonino Massara), è stato arricchito dal rapping&playing boook di Mad Simon e Enzo dè Liguoro.
SABBIAROSSA è stata invitata a raccontarsi al TAOBUK – Festival internazionale del libro di Taormina. Una data: il 25. Un luogo sospeso: Taormina, la Terrazza dell’Archivio Storico. E una decisione: raccontarsi attraverso le contaminazioni che sono alla base dell’esordio di SABBIAROSSA. L’incontro contaminato tra Paola Bottero, Alessandro Russo e Caterina Luciano, con l’aggiunta delle nuove contaminazioni di rapping&playing book. Mad Simon e Enzo dè Liguoro hanno dato poesia, note e recitazione alle parole, ai contenuti dei primi 11 granelli. Con un estratto finale di di bianco come la vaniglia. Dove tutto è iniziato, in quel luogo di memoria dove si forma la realtà.
L’ottobre di SABBIAROSSA si è aperto il 3 in una sala strapiena a Rende (Cs). Adriano Mollo e Arcangelo Badolati si sono affiancati a Mimmo Talarico e Franco Dionesalvi per raccontare onorevole sarà lei. Il 18 ottobre la ‘ndrangheta davanti all’altare è stata protagonista a a Messina di “La violenza del silenzio”. Romina Arena, Paola Bottero e Alessandro Russo, moderati da Marisa Larosa, hanno parlato di Chiesa che resiste e Chiesa che si volta dall’altra parte. Con loro padre Felice Scalia, Giuseppe Creazzo, Procuratore di Palmi, e il sindaco Renato Accorinti. Il 28 a Milano è stata la volta di Esperanza, di Paolo e Pierre Groppo.
Novembre è partito con il Tropea Festival Leggere&Scrivere 2013. Il 6, l’anteprima del romanzo carta vetrata di Paola Bottero, in conversazione, davanti a centinaia di studenti, con Cristina Vercillo.
Il 9 SABBIAROSSA è stata protagonista, con Paola Bottero, della conversazione “la ‘ndrangheta oltre la narrazione”. Con Mimmo Gangemi e Enzo Ciconte.
Lo stesso 9 la libreria Ubik di Cosenza ha ospitato Mimmo Talarico e Franco Dionesalvi per la presentazione di onorevole sarà lei con Massimo Clausi. Il 29, nella sede della Provincia di Reggio Calabria, il battesimo di carta vetrata. Josephine Condemi ha coordinato l’autrice del romanzo, Paola Bottero, e i tre relatori, Luciana Bova, Eduardo Lamberto Castronuovo e Aldo Varano. Il 30, a Roma, alla Casa internazionale delle donne, contro versa ha ricevuto un premio. Sezione Saggistica del Premio Il Paese delle donne & Donna Poesia.
A dicembre se si dice libri si dice Roma, e fiera Più libri più liberi. Due le presenze capitoline. Giovedì 5 la presentazione del libro-inchiesta la ‘ndrangheta davanti all’altare. Don Marcello Cozzi, vicepresidente di Libera e Santo della Volpe, direttore di Libera Informazione, hanno inaugurato così i dibattiti dell’associazione fondata da don Luigi Ciotti. Un dibattito intenso con due dei cinque autori: Paola Bottero e Alessandro Russo. Il 7 a Cagliari Pia Brancadori ha introdotto, al Centro di documentazione e studi delle donne, contro versa con tre delle autrici: Lucia Cardone, Alessandra Pigliaru, Ivana Pintadu.
Il racconto di ciò che è successo alla presentazione di Gerace del libro la ‘ndrangheta davanti all’altare
di Paola Bottero per Libera Informazione
«In ciascuno di noi c’è un piccolo mafioso». In questa frase del Procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, è racchiusa la sintesi dell’intenso pomeriggio di ieri a Gerace.
La chiesa di San Francesco, con il suo altare in marmi policromi, è una delle ricchezze della nostra Calabria. Non era possibile pensare a una location migliore per parlare di ’ndrangheta davanti all’altare. Marisa Larosa, giovane e ottima mattatrice dell’evento organizzato dalla sua associazione, ACTST (Associazione Cultura e Tradizione per lo Sviluppo del Territorio), ha fatto le cose in grande, per presentare il nostro libro inchiesta. Ha coinvolto il Comune di Gerace, del quale il sindaco Varacalli ha portato i saluti, e un cittadino eccellente. Nicola Gratteri, appunto. Altro relatore d’eccezione don Giacomo Panizza, capace di accarezzare con il suo dire morbido un tema così complicato e scomodo. Due stacchi importanti, con il rapping&playing book di Mad Simon e Enzo dè Liguoro. Tre di noi: Cristina Riso e Alessandro Russo, oltre me. Con Romina Arena e Francesca Chirico autori di la ‘ndrangheta davanti all’altare. L’evento è andato in diretta su radio Touring104, il cui conduttore Tonino Massara ha affiancato la moderatrice. Marisa Larosa, appunto.
Oggi, il giorno dopo, sono tantissime le emozioni che vorrei fermare per sempre. Non voglio ripercorrere tutto quello che è stato detto, con forza: ci sono le prese dirette, integrali, per chi non è riuscito a raggiungere uno dei borghi più belli d’Italia. Ma ci sono alcuni passaggi fissati in modo indelebile. Come la riflessione in chiusura di Gratteri, appunto. Che ha saputo semplificare ottimamente le radici del nostro male. Non conosce grigi, Gratteri. Non gli piace decolorare i neri della criminalità organizzata: per lui o si è mafiosi o non lo si è. E anche se si è professionisti della cosiddetta società civile, anche se si è medici, avvocati, politici, imprenditori – e perché no, magistrati –, quando non si agisce con coerenza, quando ci si lascia avvicinare dai neri, non ci si limita a sporcare i bianchi, in varie tonalità di grigi: ci si lascia catturare in toto dai neri. Quella frase del piccolo mafioso in ognuno di noi è la sintesi perfetta della sua convinzione. Perché è facile, troppo facile, ascoltare il lato oscuro e lasciarsi sopraffare. Basta una chiamata al compare. Basta una raccomandazione. Basta voltarsi per un attimo, abbassare la guardia, scegliere la via più facile. Basta perdere di vista la coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa. Non le manda a dire, Gratteri. Chiede a chi continua a confondere, nel vasto mondo dell’informazione, le persone che si danno sul territorio a favore della legalità con quelle che hanno fatto dell’antimafia una professione, di fare i nomi e i cognomi. Di dire chiaramente, con coerenza, ciò che invece rimane sospeso tra i non detti.
Due ore e mezza di riflessioni. Due ore e mezza di approfondimenti, in cui i tanti esempi positivi, da Denise Cosco a Mario Congiusta, passando per don Pino Puglisi, ammazzato dalla mafia proprio vent’anni fa, si mescolano ai troppi esempi negativi, di cui tanto abbiamo parlato nel nostro libro. E ieri. Due ore e mezza in cui ciascuno dei tantissimi presenti ha seguito ogni attimo, ogni parola.
Strapiena, la chiesa di San Francesco. Tante, tantissime persone in piedi: le sedie, sistemate in gran numero, erano davvero troppo poche. C’era anche, accanto al tavolo dei relatori, un posto occupato. Una sedia vuota. Un simbolo forte che il movimento reggino Snoq ha portato là. Per ricordare le donne che non ci sono più. Le troppe vittime di femminicidio.
Al centro la deformazione di cui parlava don Italo Calabrò. La deformazione sulla parola uomo. La deformazione sulla parola onore. E il ribaltamento di tanti, troppi concetti che dovrebbero essere alla base di qualunque società che sia degna di chiamarsi civile.
Mi piacerebbe che chi continua a condannare, con le parole, questa barbarie, chi sprona, con le parole, a combattere tutti insieme, perché solo uniti possiamo vincere la ’ndrangheta, chi cerca nella mancata promozione del territorio e nella latitanza dello Stato il capro espiatorio di questa deriva morale e sociale in cui siamo sprofondati, lavorasse intensamente per eliminare il vero, unico problema. Quello che sta alla base di tutti gli altri: la mancata promozione dei valori reali. Perché oggi è facilissimo trovare chi dal proprio pulpito, dentro e fuori dalle Chiese, ha la ricetta giusta. Quella da regalare al proprio popolo. Costano poco, pochissimo, le parole. Ma è sempre più difficile trovare chi sa, a quelle parole facili, accostare la coerenza nei fatti e nei comportamenti. È sempre più difficile individuare le luci. Quelle che contrastano in modo netto con le ombre dell’opera originale realizzata da Caterina Luciano per la cover del libro, protagonista assoluta per la capacità di sintesi, in acrilici su tela, del concetto di Gratteri: non ci sono grigi. Ci sono bianchi. Ci sono neri. Ci sono luci, ci sono ombre. Non c’è posto per le penombre.
Mi piacerebbe, dicevo. Mi piacerebbe che la Chiesa, quella Chiesa che sa resistere, che sa far diventare contagioso il coraggio dei propri pastori che vivono e operano nella luce, infondendolo sul popolo, desse un segnale forte. A proposito di femminicidio me ne viene in mente uno, facile facile. Lo strumento esiste già. È un caposaldo del diritto canonico: l’annullamento del matrimonio alla Sacra Rota. Sarebbe bello se venisse previsto un accesso facilitato per le donne che ancora non sono vittime di femminicidio, ma sono candidate a entrare nell’elenco che non finisce mai. Donne che, spesso inconsapevolmente, si sono sposate davanti a Dio e davanti alla ’ndrangheta. E se trovano il coraggio, per la propria libertà, di affrontare la legge che le vuole morte se non seguono le regole della mafia, a volte si fermano perché temono qualcosa di ben più forte. Perché hanno preso un impegno davanti a Dio, e a quello si sentono vincolate. Mi piacerebbe, da laica e da donna, in questa religione che si evolve, che cambia in continuazione, come ben ci ha spiegato ieri don Giacomo, come ci sta dimostrando quotidianamente Papa Francesco, che venisse previsto un istituto canonico capace di dare alle donne che per fede non trovano la forza di allontanarsi dai loro carnefici la certezza di essere nel giusto.
Perché se è giusto che ciascun pastore cerchi e aiuti le pecorelle smarrite, se è giusto che faccia tutto il possibile per riportarle all’ovile, è indispensabile saper distinguere le pecore dai lupi. E non trattare i lupi come pecorelle da immettere nell’ovile. Sono lupi, anche se ben travestiti. Aprirebbero sempre e comunque i cancelli al branco.