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Archivio dei tag Paola Bottero

Connessioni e sconnessioni: qual è la realtà?

 

Il web connette al mondo globale o sconnette dalla realtà? Una domanda tanto semplice quanto urgente, che don Giovanni Zampaglione, illuminato e attivissimo parroco di Marina di San Lorenzo (Rc), ha deciso di porre alla base dell’incontro che si terrà sabato 13 gennaio 2018 nella sala convegni dell’Access Point di Roghudi.

Don Zampaglione ha coinvolto la dirigente scolastica dell’IC De Amicis, Antonella Borrello, e l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pierpaolo Zavettieri, per una mattinata di riflessioni con i giovani studenti.

Toccherà al giornalista Giuseppe Toscano moderare gli interventi del garante per l’infanzia Antonio Marziale, dell’assessore alla cultura Leonella Stellitano, dello psicologo Sandro Autelitano, della giornalista e scrittrice Paola Bottero, che ha studiato, narrato, denunciato ed esaminato il fenomeno della deriva personale “in favore di social” con Faceboom, raccolta di “18 racconti incatenati al tempo dei social” pubblicata a fine 2015 da sabbiarossa edizioni e già alla quinta ristampa (è in uscita una nuova edizione).

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carta vetrata finalista al Premio Piersanti Mattarella

Quattro anni fa stava per debuttare nella collana STORIE il romanzo carta vetrata, quarta opera di narrativa di Paola Bottero. Il suo protagonista, Demi Romeo, ci ha dato molte soddisfazioni: protagonista di centinaia e centinaia di presentazioni, di incontri intensi con tantissimi studenti, di articoli, di programmi radiofonici e televisivi, tanto per dirne qualcuna. Quando un personaggio inizia a vivere di vita propria, esce dalle pagine e prende forma, viene paragonato a questa o a quella persona, allora deve essere riuscito a lasciare un segno importante. Che dovrebbe essere lo scopo della narrativa, per come la intendiamo noi.

Oggi ci hanno avvisati che Carta vetrata è tra i romanzi finalisti della III edizione del Premio letterario Piersanti Mattarella, dal tema “il recupero del senso del dovere”. Il 26 novembre sapremo come andrà a finire questa storia. Ma intanto siamo orgogliosi di comunicarlo. E felici per il nostro Demi, che non smette mai di sorprenderci.

I libri salveranno (forse) la Calabria

il Fatto Quotidiano | Antonio Padellaro

Partita la Fiera del Libro di Reggio con Beltempo di Saverio Pazzano

Avviata stamattina a Palazzo Alvaro, già sede della Provincia ed oggi della Città Metropolitana, la rassegna San Giorgio. Una rosa. Un libro si pone di fatto come la prima fiera del libro e dell’editoria di Reggio Calabria. La prima organizzata in città, almeno. L’apertura dei lavori non poteva che essere dedicata a “Immigrazione, accoglienza, integrazione: la cultura come trait d’union, tra sfide e opportunità”. Il convegno introduttivo organizzato da Francesca Agostino, ideatrice della rassegna, ha messo a confronto una pluralità di voci: Anna Nucera, assessore cittadino alla Pubblica Istruzione, Bruna Labate Mangiola, volontaria della casa di Lena, che ha saputo restituire alla sala “l’odore dell’accoglienza”, Pietro Marino per l’Unicef, Franco Arcidiaco, delegato alla cultura cittadina ed editore e l’Auser di Oppido Mamertina. Ma non poteva mancare un libro ed un autore. Il compito di creare suggestioni nella platea ricca di ragazzi Saverio Pazzano, che partendo dal romanzo Beltempo (sabbiarossa edizioni) ha saputo cucire i fili e le emozioni.

https://www.facebook.com/sabbiarossaED/videos/1311640238934909/

«Il sistema italiano» ha detto Pazzano «accoglie ma allo stesso tempo chiama clandestine le persone che accoglie fino a prova contraria. Dopo l’accoglienza c’è un viaggio che continua. E il viaggio via terra diventa sempre più difficile. Sappiamo benissimo come si comportano gli Stati: il caso di Gabriele Del Grande ce lo dimostra proprio in questi giorni. Ma troppo spesso facciamo finta di non sapere. E permettiamo che un corridoio umanitario sia affidato all’illegalità: troppo spesso vengono applicate leggi ingiuste ed inique».

L’intervento dell’autore ha chiuso la mattinata con una cucitura tra le emozioni, le ansie politiche e sociali e la narrativa, «perché quello che noi dobbiamo chiedere alla letteratura e ai libri non è di farci innamorare: noi dobbiamo chiedere a chi scrive di scendere nell’abisso dell’umanità e tirare fuori una verità. La verità poi va espressa in una lingua. Ad esempio di tutto quello che ho detto il 60% è greco, il 20% è latino, il 10% è un pout pourri di francese, tedesco, spagnolo eccetera. E il resto è ancora da venire. Diceva Tullio De Mauro che il 10% della lingua che parliamo quotidianamente deriva dal nostro rapporto, dalla nostra relazione quotidiana che abbiamo con gli altri. E infatti in questo momento deriva dal nostro rapporto con quelli che chiamiamo stranieri: io parlo una lingua straniera. Per fortuna è una lingua che non conosce frontiere e non conosce barriere. Io penso che l’unico atto contro natura siano le frontiere. Ed è questo che scrivo».

Gli appuntamenti nel Palazzo Alvaro di piazza Italia continuano fino a domenica. E domani pomeriggio, sabato 22 aprile, alle ore 18, nella sala conferenze del piano terra, un altro appuntamento con sabbiarossa edizioni e con Cis (centro internazionale scrittori) Calabria e Rhegion Julii, che hanno organizzato in sinergia l’evento C’è vita oltre Faceboom? – dalle 18 vite incatenate del libro di Paola Bottero allo strapotere dei social. Partendo dalla narrativa Loreley Rosita Borruto, Mafalda Pollidori, Pino Rotta e Paola Bottero apriranno una riflessione ad ampio raggio sulla vita – e la non vita – social.

C’è vita oltre Faceboom?

Non servono i numeri di Charles Chu, giornalista americano che si è preso la briga di calcolare il tempo medio utilizzato da ciascuno sui social network (608 ore all’anno) e, raffrontandolo con i tempi medi di lettura (tra le 200 e le 400 parole al minuto), ha rivelato che se si leggesse invece che stare sui social leggeremmo almeno 200 libri l’anno (e oggi consideriamo lettori forti quelli che riescono a leggere dieci titoli l’anno).

Non servono quei calcoli, perché basta leggere alcune notizie di cronaca per avere il quadro aberrante di ciò che possono diventare i social quando si sceglie, invece dell’uso, l’abuso: dal pluriomicida/ suicida che ha filmato e postato in diretta il suo ultimo delitto alle troppe ragazze che si sono tolte la vita per i contenuti postati e non rimossi dai social, gli esempi di vita reale che si intrecciano con la vita social rendono urgente affrontare il tema da più angolature.

C’è vita oltre Faceboom? Questa la domanda che si sono posti il Cis (centro internazionale scrittori) Calabria, il Rhegion Julii e sabbiarossa edizioni, partendo dalle vite incatenate – e narrate – da Paola Bottero nei 18 racconti che fanno parte, appunto, di Faceboom (sabbiarossa edizioni). Le risposte saranno il filo conduttore dell’incontro organizzato in sinergia all’interno della rassegna culturale San Giorgio. Una rosa. Un libro, che si terrà a Palazzo Alvaro (ex sede della Provincia di Reggio Calabria, in piazza Italia) nel prossimo fine settimana. Sabato 22 aprile, alle ore 18, nella sala conferenze del piano terra, Loreley Rosita Borruto, Mafalda Pollidori, Pino Rotta e Paola Bottero partiranno dall’opera narrativa per una riflessione ad ampio raggio sulla vita – e la non vita – social.

Spiega Mafalda Pollidori, neo presidente del Rhegion Julii: «Partendo dalla tagliente ed appuntita riflessione di Paola Bottero – che emerge dalla raccolta dei 18 racconti di Faceboom – sulla incomunicabilità celata dietro una sovraesposizione parolaia, l’incontro sarà occasione per riflettere sul potere dei “like”. Infatti, inseguendo “le vite incatenate” dei protagonisti delineati dalla chirurgica scrittura della Bottero si parlerà della vita… della vita al tempo dei social e si cercherà di mettere insieme i cocci di “quello che qualcuno insiste a chiamare mondo reale”».

Loreley Rosita Borruto, del Cis Calabria, aggiunge: «Avere o essere? Se lo chiedeva Eric Fromm, aprendo a riflessioni che oggi sono ancora più contemporanee. Oggi la risposta potrebbe essere, semplicemente, “apparire”, come perfettamente sintetizzato nella frase di Bukowski. I social, che pure hanno connotazioni positive, hanno cancellato i dialoghi ed i rapporti intimi, la privacy. Siamo diventati come le monadi di Leibnitz, isole non comunicanti che si sono lasciate fagocitare dagli squilibri di allontanamento dai sentimenti. E se non abbiamo più contatti diretti, poco per volta perdiamo anche altro, a partire dal senso della parola, ormai cancellato dalla povertà del linguaggio».

«I social sono lo specchio distorto della realtà»: secondo Pino Rotta, presidente del Corecom, «Facebook, proprio come narrato in Faceboom, è l’amplificatore delle solitudini sociali, dell’emarginazione, del senso di impotenza. Si avverte, nei social, la mancanza di conoscenza che diventa struttura, che impoverisce i linguaggi, che si fa emergenza sociale. Lavoro da anni su questi argomenti, perché credo urgente una prevenzione a livello pedagogico: il Corecom ha sottoscritto due protocolli d’intesa con la Commissione Pari opportunità per cercare di mettere un freno al cyber bullismo, ma la strada è ancora molto lunga».

«Siamo un po’ i marziani di noi stessi e della nostra umanità» chiosa Paola Bottero, autrice di Faceboom. «C’è vita su Marte? ci chiedevamo un tempo. Oggi la domanda è “c’è vita oltre i social, oltre la rappresentazione che facciamo di noi stessi?”. Per me i social sono da sempre strumenti di amore e di odio: possono dare tantissimo, se usati bene. Possono diventare micidiali se abusati. E ne stiamo abusando da tempo, svuotando il senso non solo delle parole, ma anche della nostra stessa natura umana: la condivisione diventa un post o un like, il dialogo si trasforma in commenti acidi, troppo cattivi o troppo buonisti, su qualsiasi argomento, l’attenzione per il sociale diventa ansia di avere una visibilità social, in un’implosione continua e costante che sta rubandoci l’umanità. Da queste riflessioni sono nate le vite incatenate. E ancora oggi la domanda è quotidiana: c’è vita oltre Faceboom?».

La rabbia di Faceboom contro il nulla di Facebook

di Ivana Badolato | post su Facebook |

Mi ero ripromessa di leggere il tuo libro non subito. Di proposito non subito, perché ci sono libri verso i quali non ne sai bene il motivo, ma devi maturare un’attesa prima di riporvi attenzione. Ecco ora so che aspettavo mi colpisse una sensazione e si paventasse uno spunto altro, oltre le riflessioni che ci hanno mosso alla discussione la sera che ci siamo conosciute. Lo spunto è arrivato nel momento in cui ho considerato la solitudine di ciascun allarme al terremoto, lanciato qui ed altrove, per informare su quanto stesse accadendo. Il Boato come un Boom! Mi mancano poche pagine alla fine, ma in realtà è una fine che si concentra già in ciascuno dei racconti.

La fine dell’umanità nell’uomo, la scomparsa di ogni genere d’affettività precipua, la disintegrazione dell’essenza di contenuti, la vacuità di certe rilevanze che hanno un volto e dei nomi, l’invadenza della totale mancanza di riflessione verso i sentimenti e di cosa essi rappresentino, unita anche alla paura, forse, di provare dolore, che spinge i protagonisti ad un’alienazione imperativa rispetto quel vuoto smisurato che riempie le loro ricche vite. Vite ricolme d’impegni, vite intense e codificate nei e dai ruoli sociali, ma che nel privato cattivo gusto di non poter esser colte nella loro pienezza interiore, non lasciano spazio all’intendimento che possano mutare, redimersi in qualche modo. Ed i protagonisti di tale meschina contemporaneità sono uomini e donne che davvero stanno alla pari! In un perfetto equilibrio diverso, giacché le vite sembrano concatenate, ma ciascuna è a sé. Centrata sull’ego sotteso alla propria storia. Dagli Appennini alle Ande, da Nord a Sud, isole comprese, dall’anima al merchandising della stessa e del corpo, con la sua totale scomparsa che trattiene ferite, ma non le sfoggia nel cyberspazio, solo nella tristezza di quanto esso esteticamente ed esteriormente può. Solo istintivamente comprende, aggiungerei.

La rabbia è la sola tra le emozioni ad essere più facilmente riconoscibile. Non credo sia un caso che di vite semplici che subiscono ci sia minore presenza rispetto quella di esseri dal profilo top level, ma che risulta tanto tap e questo è ciò che conta. La “bassezza”, in questo caso, è preludio per innalzare il pensiero a come ciò non dovrebbe essere, a quanto potrebbe essere diverso senza le “finte maschere” sociali che supportano i “finti” volti. Facebook è il perno su cui fanno leva le popolarità ciniche delle vite-pantomima descritte, per esprimere i loro salti nel vuoto, nel nulla. Un bisogno incessante di apparire, dove nessuno è e come nessuno in realtà può completamente essere, perché nessuno è solo virtuale. Se il reale non fosse spesso meglio di così, tanto varrebbe “cancellarsi” agli occhi del mondo, del resto con un click sopra una tastiera è facile! Se guardandosi allo specchio, l’umanità si riconoscesse intera nel leggere ciascuna riga di se stessa, ritornerebbe savia e salubre!

Grazie Paola dello scorrevole scritto, grazie per aver reso leggibile il “peggio” o comunque una sua porzione, e darci spunti su cui riflettere. TVB è proprio perché lo sento qui e fuori da questo carrozzone virtuale.
Nella mia piccola realtà vera, sai come abbia inteso anche l’uso scolastico e valorizzante di questo trabiccolo tecnologico e degli altri social e del loro uso non abuso, strumentale ed anche pregevole. Si possono sempre ribaltare i termini della questione, sempre si sia disposti a tentare ! Anche l’indignazione profonda verso gli argomenti proposti nelle 18 storie è una risposta di rabbia altra e costruttiva contro certi percorsi e vicende, non ti pare? Una grande abbraccio.

Faceboom e Solstizio a Monasterace (Rc): Maria Carmela Lanzetta conversa con Paola Bottero e Francesco Loccisano

Una serata che restituisce ai social una dimensione sociale e reale, quella di venerdì 5 agosto a Monasterace (Rc). Il terzo appuntamento del ciclo “coltiviamo la cultura”, organizzato dall’Agriturismo ‘A Lanterna (Strada Statale Jonica, Località Cuturi), a partire dalle 19.30, è il perfetto incrocio di un libro che denuncia la possibile deriva da abuso dei social, il fortunato Faceboom di Paola Bottero (Rc, sabbiarossa edizioni, 2015), giunto alla terza ristampa, con le sonorità della chitarra battente di Francesco Loccisano, che ha scelto i social e il mondo web per sperimentare un percorso multimediale e interattivo nella presentazione del suo ultimo lavoro, Solstizio.
A moderare ed accompagnare parole e sonorità battenti della narratrice e del chitarrista sarà Maria Carmela Lanzetta, che molto ha da dire e dirà sull’incastro a due vie tra social e sociale.

faceboom-monasteraceDue i veri protagonisti dell’incontro: da una parte le “vite incatenate ai tempi dei social” raccontate da Paola Bottero, che fotografano un’Italia sempre diversa ma sempre uguale, l’ansia da social, l’assenza di amore o l’invano tentativo di comprenderne l’essenza. Uno spaccato di questa nostra società dell’apparire che ben poco spazio lascia a valori o sentimenti. E se sembra di intravederne uno spiraglio, ben presto la porta si chiude per aprire un computer, un notebook, uno smartphone. Nessuna esplosione di vita vera, una realtà che è un’implosione verso il nulla. In un inseguire sempre e ancora, con accanimento, un antidoto a una solitudine
patologica: il successo immediato. Anche se solo in forma di like.

L’altro protagonista è il nuovo concept album di Francesco Loccisano, fuori dalle regole consuete, in totale sintonia con il significato profondo del “Sostizio” che unisce i due termini latini sol “sole” e – sistere “fermarsi”. La scelta del chitarrista che ha fatto della battente uno strumento solista in grado di affermare una tipicità unica è di pubblicare sei tracce con il relativo video nell’arco di un anno, immergendosi di volta in volta totalmente su un unico brano. Spiega Loccisano: “Alla fine avremo un concept album maturato attraverso la libertà della creazione e la risposta di chi ci seguirà. Una composizione in sol” per sottolineare come “spesso diamo per scontato l’avvicendarsi del giorno e della notte, e invece il sorgere del sole ogni giorno è un miracolo”.

Ingresso gratuito, emozioni garantite, guardando il faro e i reperti archeologici di Monasterace.

Sabbiarossa al XXIX Salone del Libro di Torino: parte da Faceboom il viaggio nel lato oscuro della società

Ottimo il consuntivo di sabbiarossa edizioni alla chiusura del XXIX edizione del Salone internazionale del Libro di Torino: continua a crescere l’interesse per i titoli della casa editrice indipendente nata quasi cinque anni fa a Reggio Calabria, ormai quasi un caso nazionale per la scelta di una narrazione e di una linea editoriale che, lontane da logiche commerciali, incontrano sempre più il favore dei lettori. Qualità e non quantità: questa la scelta ab origine. Una scelta che premia. Una scelta che ha fatto optare, a fronte della presenza nello stand della Regione Calabria di libri come il primo nato nella collana RACCONTInTASCA, Storie tossiche di Milingo Sutera, o del fortunato il bicchiere mezzo pieno di Fiorita e Rafele, collana IMPRONTE, per un’unica presentazione, quella dell’ultimo titolo di narrativa, collana STORIE.

s5-salto16-03Faceboom di Paola Bottero, come gli altri libri della stessa autrice già alla seconda ristampa, è stato il fulcro intorno al quale si è sviluppato un incontro molto interessante e partecipato, che ha saputo partire dall’opera per andare oltre e perlustrare le tante sfaccettature del mondo social. Condotto da Fabio Malagnino, giornalista dell’ufficio stampa del Consiglio regionale del Piemonte, l’incontro ha avuto come relatori Cristopher Cepernich, sociologo dei media dell’Università di Torino, e Federica Roccisano, assessore al Welfare della Regione Calabria, oltre ovviamente all’autrice Paola Bottero, che è stata sollecitata non solo come scrittrice, ma anche come giornalista e comunicatrice.
Ne è uscito un confronto partecipato e molto interessante, in cui sono state condivise domande e cercate risposte.
«Un libro intenso, scritto in modo egregio» ha esordito Cepernich. «Un libro che va letto non solo perché è piacevole leggerlo, ma anche perché offre uno spaccato reale di quello che è diventata la nostra società: racconta lo squallore di vite che sarebbero squallide anche senza i social, ma che attraverso i social si mettono sotto la lente di ingrandimento per restituire il loro nulla. Come nulla è anche Facebook: l’errore più grande che facciamo quando approcciamo ai social network è di crederli media. Ma non sono media: su Facebook non succede nulla. Facebook connette, è una piattaforma, una rete, eppure la stiamo a guardare come se fosse una nuova televisione».
«La mia ricerca narrativa si sviluppa intorno a quella “e” che fa la differenza, tra social e sociale» ha confermato Bottero. «Sono molto più attenta e preoccupata della deriva sociale, che tanto facilmente emerge dai social. Per me Facebook è un linguaggio, uno strumento, che purtroppo spesso facilita la crasi tra apparenza e sostanza, l’incapacità di essere e la propensione a raccontare di essere, così ben rappresentata dal quarto d’ora di celebrità di cui parlava Warhol. Le diciotto vite incatenate di Faceboom non sono altro che le mie paure, un modo per vedere il burrone della disumanità prima di caderci dentro».
Le sollecitazioni di Malagnino sono state una narrazione nella narrazione: partendo da Faceboom e da alcuni suoi personaggi ha abbracciato la politica, la sociologia, le riflessioni più urgenti. Costringendo i relatori ad un vero e proprio outing, come quello di Roccisano: «Quando mi hanno bruciato la macchina parcheggiata sotto casa, il commento più frequente è stato: ti sei esposta troppo, sei sempre su Facebook e Twitter a scrivere dove vai, cosa fai, chi incontri. Era ovvio che ti arrivasse un’intimidazione. Anzi, strano che non sia successo prima. Per loro utilizzare strumenti come i social per informare del mio operare amministrativo significava automaticamente creare malumori».

s5-salto16-12«Mi piace raccontare anche la follia della vostra impresa, con la nascita di sabbiarossa edizioni»: la chiusura dell’incontro è stato un resoconto sollecitato da Malagnino sull’esperienza «di essere editori puri, in un mare fatto di grandi cartelli nazionali e di piccole realtà tipografiche, editori a pagamento che soddisfano la richiesta degli aspiranti scrittori ponendosi sul mercato “un tanto a cartella”. Vi seguo da quando siete nati. E continuerò a farlo, granello dopo granello, perché state restituendo una narrazione puntuale e libera di una terra che ha bisogno di voci indipendenti».

Faceboom a Gioiosa Jonica (Rc): la multiforme libertà di espressione

Sabato 2 aprile alle ore 9 e 30 con la presenza degli Alunni, Docenti e Dirigenti dell’Istituto Tecnico per il Turismo Marina di Gioiosa Jonica e del Liceo Scientifico sede distaccata di Gioiosa, nella rinnovata sala dell’Auditorium Comunale, centro di aggregazione giovanile, si parlerà di alcune tematiche riguardanti i giovani dell’ultimo “millennio” nell’iniziativa organizzata dal Club per l’UNESCO di Gioiosa Jonica. Al convegno sarà presente il Magistrato Dott. Antonio De Bernardo Sostituto Procuratore della Repubblica.

Questa iniziativa è nata per parlare ai giovani che sono i protagonisti del cambiamento di cui alcuni di loro sono anche “vittime”. Le “vite incatenate ai tempi dei social” raccontate da Paola Bottero, giornalista, esperta di comunicazione pubblica e strategica, narratrice, editrice. Piemontese di origine, romana per scelta, calabrese d’adozione, nell’ultimo libro ha voluto esplorare un tema che le è molto caro: la vita in assenza di amore. Vita che scorre nell’arco temporale di un anno, da gennaio a dicembre, quasi a ripercorrere tutte le stagioni possibili. Vita che scorre alternando un protagonista maschile a uno femminile, facendo affacciare sempre nel racconto precedente il o la protagonista del racconto successivo. Diventa quasi automatico cercare di individuare, durante la lettura, la storia che seguirà. I diciotto racconti sono assolutamente autonomi, possono essere letti con o senza in soluzione di continuità: il filo logico seguito da Paola Bottero ritorna sempre, anche a voler sparigliare le carte.

s5-locandina-gioiosaA leggerli con attenzione i racconti di Faceboom (opera originale di copertina “la mappa non è il territorio”, 20×30 collage, pastelli e matite su carta di Caterina Luciano), hanno sempre gli stessi protagonisti, che ritornano accanto ad ogni personaggio: un’Italia sempre diversa ma sempre uguale, l’ansia da social, l’assenza di amore o l’invano tentativo di comprenderne l’essenza. Uno spaccato di questa nostra società dell’apparire che ben poco spazio lascia a valori o sentimenti. E se sembra di intravederne uno spiraglio, ben presto la porta si chiude per aprire un computer, un notebook, uno smartphone. Nessuna esplosione di vita vera, una realtà che è un’implosione verso il nulla. In un inseguire sempre e ancora, con accanimento, un antidoto a una solitudine patologica: il successo immediato. Anche se solo in forma di like.

Durante la “giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza contro le Donne” (che l’UNESCO ricorda il 25 novembre) realizzata dall’allora Comitato Promotore per il Club per l’UNESCO di Gioiosa Jonica in data 23 novembre 2015, alcuni alunni hanno prodotto pregevoli elaborati scritti, recitati e interpretati. Tale iniziativa è stata volutamente associata alla presentazione del libroFaceboom di Paola Bottero ritenendo doveroso riconoscere agli studenti il merito di avere saputo trasmettere in modo empatico la loro libertà d’espressione in tematiche (purtroppo) d’attualità; nonostante le problematiche dovute alla loro crescita oggi, non più governata dai valori di un tempo, ma da uno strumento elettronico che si è impossessato della loro felicità rendendoli, in gran maggioranza, tristi e poco sensibili, si è scelto di fare “tesoro” della presenza dei ragazzi per discutere, proprio attraverso questo libro, di problematiche sociali importanti.
Quasi obbligatoria la decisione di far coincidere i due momenti, uniti da un’antitetica polarità.
Infatti, Paola Bottero nella sua ultima opera narrativa esplora un male di questa nostra società, che potrebbe essere riassunto come la scelta di rappresentare la propria vita, abusando dei social network, piuttosto che viverla. Oltre l’Autrice, l’Editore e le presenze Istituzionali con la partecipazione di Federica Roccisano Assessore alla Scuola, lavoro, welfare e politiche giovanili della Regione Calabria, parteciperanno all’iniziativa i referenti dell’Associazione “Astarte” di Catanzaro che ha collaborato alla precedente realizzazione del 23 novembre u.s. Alla manifestazione prenderà parte un relatore che certamente arricchirà ulteriormente gli studenti offrendo loro l’opportunità di porre domande e/o approfondimenti all’Autrice.

La parte riguardante la premiazione degli studenti sarà presentata dalla Dott.ssa Maria Rita Mallamaci vice Presidente Nazionale del Sociologi Italiani (ASI). Il riconoscimento sarà conferito agli alunni all’epoca protagonisti per il modo empatico con il quale sono riusciti a coinvolgere il pubblico attraverso l’efficacia degli interventi e il profondo pensiero di condanna verso una delle più atroci piaghe di questo secolo ovvero, il “femminicidio”.

— dal Club Unesco Gioiosa Jonica (Rc)

il 2015 in pillole

Bei libri, bei granelli di sabbiarossa, che anche in questo 2015 hanno iniziato a farsi sollevare dal vento per farsi conoscere dai loro lettori. Gennaio di ripresa con le presentazioni del romanzo Beltempo di Saverio Pazzano: il 24 a Firenze,  La Citè libreria, con don Andrea Bigalli, il 25 a Pistoia al circolo Arci Ho Chi Min.

Saverio Pazzano ha portato Beltempo in giro anche a febbraio: il 12 è stato Lamezia Terme, alla libreria Tavella, con Rosa Tavella e Paola Bottero, il 13 a Catanzaro, nel Complesso S. Giovanni, con Piero Caprari, Rossella Mulè, Claudia Pulice e Loredana Marzullo, il 16 di nuovo a Catanzaro, all’interno del progetto Gutenberg, con gli studenti dell’ITAS Chimirri.
Il 19 a Vibo Valentia il sistema bibliotecario, ha organizzato l’incontro giornalismi e giornalisti in Calabria: come l’informazione può deformare i fatti e gli atti. Un dialogo a tre voci: il pm della Dda di Reggio Antonio De Bernardo con Alessandro Russo e Marchiati, Paola Bottero e carta vetrata. Il 20 i granelli sono approdati a Genova: Ledi Cafuli ha presentato il romanzo Beltempo con l’autore Saverio Pazzano nella libreria l’amico ritrovato.

Aprile si è aperta con il 10 a Reggio Calabria, alla libreria Culture, con la presentazione del romanzo Beltempo: con l’autore Saverio Pazzano la moderatrice Maria Quattrone, componente del Comitato Scientifico del CIS. Il 16 Saverio e il suo romanzo si sono spostati al liceo scientifico Volta, per un dibattito con gli studenti. Il 20 è stata la volta di Cosenza, all’Acquario Bistrot, con l’incontro dal titolo l’apparenza è sostanza? Tra persone, personaggi, stereotipi e cliché: Giap Parini, Gabriella Loprieno, Sabrina Garofalo e Angela Potente in dialogo con Alessandro Russo e Marchiati, Paola Bottero e carta vetrata.

Maggio è un mese particolare, per i libri. E noi l’abbiamo inaugurato con la presenza dei granelli a Gerace Libro Aperto. Nello splendido borgo antico di Gerace (Rc), il complesso San Francesco si è animato con i due eventi organizzati per il 3 maggio: siamo tutti clandestini – la tragedia dei migranti ripercorrendo le rotte della storia, partendo dal romanzo Beltempo con Saverio Pazzano e Stefania Grasso e informazione e disinformazione: un confine sottilissimo – scartavetrando i cliché per abbattere la Calabrofobia ai tempi dell’apparenza partendo dal romanzo carta vetrata e dal libro-inchiesta Marchiati, con il magistrato della Dda di Reggio Calabria Antonio De Bernardo, Alessandro Russo e Paola Bottero. Il 7 Saverio Pazzano ha partecipato al progetto Gutemberg di Catanzaro: il  romanzo Beltempo è stato il fulcro dell’incontro al De Nobili con gli studenti coinvolti. I granelli di sabbiarossa sono poi arrivati a Torino: il 16 al XXVIII Salone internazionale del Libro, a Lingotto Fiere, con l’evento l’urgenza di andare oltre i pregiudizi: le nuove narrazioni di sabbiarossa ED. Si è parlato della narrazione come forma di resistenza culturale e sociale: le nuove narrazioni dei romanzi carta vetrata di Paola Bottero e Beltempo di Saverio Pazzano e del libro inchiesta Marchiati di Alessandro Russo con i tre autori e con Caterina Luciano, l’artista autrice delle cover, e Patrizia Nardi, ass. alla Cultura del Comune di Reggio Calabria. Il giorno dopo, a Porta Palazzol’evento Siamo tutti migranti. Presentazione del romanzo Beltempo di Saverio Pazzano, con Marco Boscaglia, Berthin Nzonza, Octavian Chiriac, Serena Carta, Josephine Condemi. Quello successivo ancora, il 18, a San Mauro (To), gli studenti dell’IC 2 Carlo Alberto Dalla Chiesa, hanno incontrato Saverio Pazzano e i protagonisti del romanzo Beltempo, parlando dei migranti di ieri e di oggi. E migrare migra molto, in tutta Italia, il nostro ultimo titolo di narrativa: il 22 e il 23 è approdato a Gallarate (Va), dove Saverio Pazzano ha presenta Beltempo in quattro diversi contesti.
Il maggio dei libri è terminato a Reggio Calabria, dove la Biblioteca e l’assessorato alla cultura comunali hanno voluto che il mese di incontri letterari si chiudesse proprio con sabbiarossa ED. Informazione e disinformazione: un confine sottilissimo – scartavetrando i cliché per abbattere la Calabrofobia ai tempi dell’apparenza partendo dal romanzo carta vetrata di Paola Bottero e dal libro-inchiesta Marchiati di Alessandro Russo: questo il titolo di un partecipatissimo incontro nel quale, oltre agli autori, sono intervenuti il magistrato Carlo Indellicati e la giornalista Andreana Illiano. Padrona di casa Patrizia Nardi, assessore comunale alla cultura.

L’estate è trascorsa con la reiterazione di presentazioni, reading, incontri dei nostri ultimi titoli. Dall’Arena dello Stretto di Reggio Calabria con Beltempo tappa obbligata della Venezia Montecarlo, al castello di Murat di Pizzo con Demi e la sua carta vetrata a dominare il tramonto. Da settembre i granelli di SRed, oltre che in lungo e in largo per la penisola, viaggiano per le strade e davanti alle scuole di Reggio Calabria: sabbiarossa ED ha donato un centinaio di libri che ora si muovono sugli scaffali del Bibliobus. E lo fanno con gioia e orgoglio.

A ottobre siamo ripartiti con le nuove uscite, in anteprima a Vibo Valentia, alIa IV ed. del TropeaFestival Leggere&Scrivere. Palazzo Gagliardi a Vibo Valentia, si è riempito di granelli di sabbiarossa. Il 13 con Quando i sogni impossibili diventano realtà Mara Francese ha presentato ricette sognate con Erasmo Maiullari e Paola Bottero. Il 15 è stata la volta di Marchiati è un modo di essere: la riscrittura aggiornata di una Calabrofobia che è uno statusAlessandro Russo ha presentato in anteprima, con Pino Toscano, Marchiati 2, la vendetta. Il 16 le due prime novità dell’autunno: all’interno dell’incontro La narrativa spezzata dalla cancellazione dei sentimentiPaola Bottero ha presentato con Giap Parini Faceboom, declinando nei suoi 18 racconti l’amore ai tempi dei social; nel pomeriggio è stata la volta di una tripla anteprima: quella della nuova collana RACCONTInTASCA, la nuova collana narrativa smart e tascabile, del ibro Storie tossiche, dell’autore esordiente Milingo Sutera. Hanno conversato con l’autore Caterina Simoncini e Paola Bottero.
I nostri granelli, soprattutto quelli di narrativa, sono evergreen, e continuano a girare lo stivale italiano: il 26 a Cremona, con Raccontare l’America latina e l’Italia: un altro modo è possibile si è conversato di Esperanza con uno dei due autori, Paolo Groppo, mentre a Reggio Calabria il liceo scientifico Da Vinci ha scelto Beltempo di Saverio Pazzano per Libriamoci. Ottobre si è concluso, sempre per Libriamoci a Scuola, il 31 a Vibo Valentia, al Liceo Artistico Domenico Colao: le vite incrociate di Faceboom hanno creato ottimi incroci tra gli studenti e Paola Bottero.

Novembre è iniziato con un battesimo molto importante: storie tossiche è tornato, il 6, a Palermo, al booq, dove l’autore Domenico Salamone, in arte Milingo Sutera, lo ha presentato con Rodan Di Maria. Secondo battesimo per la seconda novità dell’autunno, altra opera di narrativa: il 14 Faceboom di Paola Bottero è stato presentato a Reggio Calabria, al Palazzo della Provincia. Gabriella Lax ha moderato gli interventi di Giuseppe Raffa (Presidente Provincia Rc), Nicola Irto (Presidente Consiglio Regione Calabria), Mimmo Gangemi (scrittore), Daniele Castrizio (docente, numismatico e scrittore). Madrine della serata Marisa Larosa con i suoi reading e Cioppi Lucisano con i suoi approfondimenti interni ad una vita incatenata, Conchiglie.

A dicembre sono proseguite le presentazioni delle ultime uscite, in attesa dei nuovi titoli. Faceboom di Paola Bottero l’11 è approdato a Catanzaro Lido alla libreria Ubik, raccontato e scansionato da Nunzio Belcaro. Il 21 a Catanzaro il Supercinema si è riempito per il battesimo di il bicchiere mezzo pieno di e con Nicola Fiorita e Giancarlo Rafele.