Paola Bottero e Alessandro Russo
per non morire la seconda volta di ‘ndrangheta
collana RIFLESSIONI [R2], Rc, SABBIAROSSA
I ED luglio 2012
ISBN 9788897656050 | Facebook
336 pagine | € 15 | f.to 14×21 rilegato, brossura
opera originale di copertina “spirale”
olio su tela 20×30 © 2012
di Caterina Luciano
Partendo dagli estremi della penisola italiana ci siamo messi a cercare. Il tempo perduto, forse. Quello perso da noi, quello perso da altri. La testa piena di quel tanto, di quel troppo che avevamo visto, ascoltato, sentito, letto. Così troppo da averne perso spesso la memoria. Capita anche a voi, ne siamo certi: liberate spazi di memoria per i nuovi ricordi. Non potendo fare un upgrade, facciamo un reset. I nuovi ricordi entrano facili, si sistemano per benino, mettono su casa. Poi anche loro diventano vecchi, anche loro devono essere gettati per creare spazi in cui i nuovi ricordi possano invecchiare.
Eccolo, il tempo perso. Quello perso a soffocare i vecchi ricordi per incastrare quelli nuovi, che nel frattempo diventano vecchi, e devono essere soffocati per i nuovi incastri. Arriva un momento in cui nessuno ha più voglia di soffocare e incastrare. Arriva un momento in cui senza perdere altro tempo, neppure per prenderne coscienza, si decide di smettere ogni rapporto con i ricordi. Di passarli direttamente nel limbo del dimenticatoio. Una sola fatica invece che un rito meccanico e faticoso che porterebbe comunque alla stessa meta. Meno tempo perso.
A proposito di tempo perduto. Secondo Proust «la realtà non si forma che nella memoria». Forse questa realtà è così sformata e priva di coerenza, oltre che di identità, perché non abbiamo più memoria? perché abbiamo deciso, o qualcuno ha deciso per noi, che è meglio non averne?
senza targa non è un saggio, non è un romanzo, non è un diario: è un po’ di ciascuna forma letteraria, un percorso a due in cui ai dodici ritratti di Calabria si sovrappongono e mescolano tanti altri ritratti di una terra che ti fa bollire il sangue, proprio come il suo sole e la sua disarmonica armonia.
Come su una tela in contrasto con la Cacania e gli uomini senza qualità di Musil, dove si sovrappongono i grigi e i neri della malavita, in senza targa emergono i colori e i bianchi di chi ha scelto la Calabria della buonavita. Le donne, innanzitutto.
Donne-sindaco: Maria Carmela Lanzetta ed Elisabetta Tripodi. Mimose sciolte nell’acido: Lea Garofalo, attraverso la denuncia della sorella Marisa, Maria Concetta Cacciola, Angela Costantino, Tita Boccafusca, e con loro Orsola Fallara e Giuseppina Pesce. Tra i chiari e gli scuri, i professionisti e i professionismi dell’antimafia.
E poi il viaggio: la Calabria attraverso i 12 apostoli, senza targa.
Il viaggio nella buonavita, dunque: 12 tappe, 12 profili-intervista tratteggiati a penna (dagli autori Bottero e Russo) e a matita (dall’artista Luciano).
Liliana Esposito, mamma di Massimiliano Carbone, ucciso a Locri nel 2004, Patrizia Prestia, che ha trasformato i ragazzi di strada di Locri in artisti di strada, Mario Congiusta, papà di Gianluca, assassinato a Siderno nel 2005, don Pino Demasi, colonna portante di Libera nella Piana di Gioia Tauro, Gaetano Pisano, maestro di musica, direttore dell’orchestra di fiati di Delianuova, Norina Ventre, Mamma Africa di Rosarno e degli “schiavi neri”, Mary Sorrentino, mamma di Federica Monteleone, uccisa in una sala operatoria nel 2007, don Giacomo Panizza, fondatore a Lamezia Terme di Progetto Sud, punto di riferimento sociale e spirituale, Romano De Grazia, magistrato padre della legge Lazzati che punisce la propaganda elettorale mafiosa, don Ennio Stamile, un faro per i giovani del Tirreno cosentino, Matilde Spadafora, mamma di Roberta Lanzino, studentessa violentata e uccisa nel 1988, Carolina Girasole, il sindaco di Isola di Capo Rizzuto simbolo delle battaglie per la legalità.