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Carta Vetrata e Marchiati a Taormina

A Taormina, per sabbiarossa Edizioni, presenteranno rispettivamente Carta vetrata e Marchiati, i loro due ultimi libri. Forti, veri, frutto di un’impietosa analisi di un territorio massacrato dalla ‘ndrangheta ma al contempo ricco di associazioni e singoli cittadini che manifestano, in vari modi, il loro dissenso e la loro speranza, la voglia di legalità e “normalità” che anima la maggior parte della società calabrese che non vuole più essere ostaggio delle ‘ndrine

Paola Bottero e Alessandro Russo. Un’accoppiata vincente protagonista all’Excelsior Palace Hotel giovedì 16 ottobre, alle ore 18.30, del salotto letterario condotto da Milena Privitera per “Spazio al Sud”, la rassegna culturale ideata ed organizzata da maggio a dicembre 2014 dall’associazione “Arte & Cultura a Taormina”, presieduta da MariaTeresa Papale, patrocinata dal Comune di Taormina, Taormina Arte, Associazione Imprenditori per Taormina e sponsorizzata dall’Associazione Albergatori di Taormina, il Metropole Taormina Maison d’Hôtes ed Ottica Fiumara. Perché giornalisti, scrittori – e da un paio d’anni anche editori – Paola Bottero e Alessandro Russo sono uniti nella vita, nel lavoro e nella denunzia contro ‘ndrangheta e ‘ndrine per una Calabria migliore: raccontare per cambiare il clima diffusamente “pesante” che si respira in fondo allo Stivale, una terra bellissima ma sfregiata dalla criminalità diffusa, è diventato la loro quotidianità ed il loro fine.

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A Taormina, per sabbiarossa Edizioni, presenteranno rispettivamente Carta vetrata e Marchiati, i loro due ultimi libri. Forti, veri, frutto di un’impietosa analisi di un territorio massacrato dalla ‘ndrangheta ma al contempo ricco di associazioni e singoli cittadini che manifestano, in vari modi, il loro dissenso e la loro speranza, la voglia di legalità e “normalità” che anima la maggior parte della società calabrese che non vuole più essere ostaggio delle ‘ndrine. La descrizione lucida e feroce della società calabrese di questi anni e la mancanza di qualsiasi giudizio “preconfezionato” rendono la lettura di entrambi i testi intensa, empatica, consapevole.

La Bottero, giornalista e scrittrice piemontese, dopo un’intensa attività professionale come esperta di comunicazione e di sviluppo strategico che l’ha vista collaborare con Istituzioni nazionali e locali, ha fatto della Calabria la sua terra d’adozione, e da anni si batte con il suo sguardo “del Nord”, libero da condizionamenti, con i suoi scritti e la sua attività perché le cose cambino in una regione di cui è visibilmente innamorata, “bellissima e maledetta”. Una sorta di “guerriera” della “buona vita” calabrese che con penna e computer alla mano lotta contro la presenza soffocante e violenta della “malavita”. Raccontando la storia di Ciccio Inzitari, ennesima vittima innocente – ad appena diciotto anni – della ’ndrangheta calabrese in Bianco come la vaniglia (presentato da “Arte&Cultura” nel novembre 2012). Denunziando i poteri forti della Calabria in Ius sanguinis. Immaginando nel fanta-noir ‘Ndranghetown l’unione mafiosa delle due sponde dello Stretto grazie alla costruzione del Ponte. Firmando con Alessandro Russo il diario Senza targa, viaggio nella “buonavita” della Calabria e, sempre con Russo ed altri, il libro-inchiesta La ‘ndrangheta davanti all’altare, prima raccolta organica sui rapporti tra Chiesa e mafia in Calabria. Fondando, con Alessandro Russo ed alcuni colleghi giornalisti, l’organo di informazione on line Scirocco news e la casa editrice Sabbia Rossa. In questo suo quarto romanzo, Carta vetrata, un noir “calabro” che ha come protagonista Demetrio Romeo, giornalista tanto “accomodante” al punto da scendere a patti e compromessi con chi può fargli comodo in nome di una vita agiata e di successo, Paola Bottero racconta le dinamiche del mondo dell’informazione che non è fatto solo di passione e dedizione ma si rivela un mondo fatto di ambizioni smodate e vuota superficialità assurta a sostanza, un “grande circo mediatico” in cui tutti diventano pedine di un sistema basato sull’audience, sulla spettacolarizzazione, sull’apparire a tutti i costi.

Anche Alessandro Russo, dopo le numerose esperienze politiche maturate nei movimenti giovanili e per oltre 15 anni caporedattore centrale del Quotidiano della Calabria, prima di dimettersi per ritornare all’impegno in prima linea, punta il dito contro il mondo dell’informazione e le sue patologie nel suo Marchiati. Una sorta di amara “rassegna stampa” della raffigurazione mediatica della Calabria e dei calabresi, dagli anni ’80 ad oggi, farcita di luoghi comuni, semplificazioni, accostamenti impropri fatta da giornalisti superficiali che alla verità ed alla sua ricerca hanno preferito una sua rappresentazione di maniera. Un lungo elenco che parte dall’infelice incipit dell’aprile 2013 della cronista del Tg La7 – “La ‘ndrangheta non c’entra nonostante le origini calabresi dell’uomo…” – con cui la giornalista raccontava della sparatoria compiuta da Luigi Preiti contro alcuni carabinieri in servizio davanti a Palazzo Chigi, e che minuziosamente dà conto dei giudizi frettolosi, negativi, indiscriminati sulla Calabria e sui calabresi, costruiti a tavolino dagli operatori dell’informazione sulla base di una sorta di iconografia necessariamente ‘ndranghetista; giudizi che hanno marchiato in maniera quasi indelebile una terra ed un popolo “come si fa con il bestiame o con una stirpe maledetta”. Ma il libro di Russo non è solo un “J’accuse” verso una certa rappresentazione mediatica della Calabria: è anche un racconto, orgoglioso, di quella Calabria vera, bella e pulita e di quei Calabresi che, lontano dagli spot delle vetrine mediatiche, “resistono”, cercando di riappropriarsi della propria terra e rendendole onore col fare, giorno per giorno, il proprio dovere: notizie di una realtà positiva e portatrice di speranza per il futuro della regione che i giornalisti calabresi dovrebbero cominciare a “far passare” più frequentemente nel panorama dell’informazione, nazionale e non.

granelli al BordigheraBookFest

Sabbiarossa Edizioni sarà presente al Bordighera Book Festival dal 4 al 6 settembre con un proprio stand e con due titoli dal forte impatto: Carta vetrata di Paola Bottero e Marchiati di Alessandro Russo. La giovane casa editrice calabrese indipendente – che in poco tempo si è affermata sulla scia di un progetto che coniuga le tematiche del riscatto civile e culturale con quelle dell’affermazione dei valori di giustizia e legalità – propone un romanzo e un saggio-inchiesta che sezionano in modo crudo e irriverente il mondo dei media e dell’informazione: un mondo che diventa un caleidoscopio dietro il quale la notizia è al servizio dell’apparenza, le persone diventano personaggi e l’abuso strumentale di luoghi comuni alimenta il pregiudizio verso un popolo.

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Si parte venerdì 5 settembre alle ore 16 e 30 al Buga Buga di Corso Italia, dove Lorenza Rapini presenterà con l’autore, Alessandro Russo, “marchiati – come ’ndrangheta, stampa e tv hanno inventato la nuova “calabrofobia”. Un libro-inchiesta sugli stereotipi costruiti a tavolino per essere dati in pasto all’opinione pubblica. Il racconto in parallelo di come la ’ndrangheta stia uccidendo il futuro di un popolo e di come stampa e tv nazionali alimentino il pregiudizio, marchiando a fuoco ogni calabrese, come si fa con il bestiame o con una stirpe maledetta. L‘autore si chiede: come si è arrivati al punto che il termine “calabrese” risuoni quasi come una minaccia, portando con sé qualcosa di sinistro? O che la Calabria sia immaginata come una selva oscura? L’ultimo decennio di storia giornalistica parla chiaro. Mentre lo Stato combatte una dura guerra contro la ’ndrangheta, mentre un popolo paga il dazio di essere nato in una terra dove vivere con dignità e onestà porta in sé il rischio di morire per mano armata, succede che si confondano vittime e carnefici. Succede che calabrese sia uguale a ’ndranghetista, come se la violenza fosse una tara genetica di chi nasce in questa terra. Succede che la ’ndrangheta uccida persone e libertà, i giornali e le tv trasformino un pezzo di verità in una verità stereotipata che narra una Calabria con la lupara nel cervello.

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Si continua sabato 6 settembre alle ore 18 allo Chez Louis di Corso Italia, dove Giovanni Choukhadarian presenterà “carta vetrata” di Paola Bottero. Una presentazione concepita come un vero e proprio evento, con esposizione delle cartevetrate di Caterina Luciano e musica dal vivo, dal più antico degli strumenti – con un trio di digderidoo, sotto la regia di Luigi De Falco [Gigi, Patrizia, Enzone] e con le percussioni di Massimo – al più nuovo: l’hang [Sandro, Loris], base perfetta per il reading. “Carta vetrata” attraversa i confini labili del giornalismo in un mondo in cui i comprimari e il giovane protagonista, Demetrio Romeo, corrono senza fermarsi mai, cercando il proprio spazio in un mondo dove notizie, azioni, idee, personaggi sono usa e getta. Partendo da Reggio Calabria e arrivando fino a Roma, “carta vetrata” toglie il velo a un mondo che non è fatto solo di passione e dedizione, ma nasconde sotto il tappeto ambizioni smodate e il vuoto di una superficialità trasformata in sostanza. Dove l’unica verità è la finzione. Lo spunto è un rapimento in una terra impastata di ‘ndrangheta. La suspense entra nel circo mediatico sempre alla ricerca di nuove storie da dare in pasto all’opinione pubblica, in una corsa contro il tempo che non basta mai, per raggiungere la notorietà. “Carta vetrata” è lo specchio di un mondo in cui nasce e si consuma il nuovo traguardo della società globale: la spettacolarizzazione televisiva come unico orizzonte per essere. Che è apparire, a qualunque costo. Ritmo accelerato, in un crescendo che porta all’apnea, guardando dal di dentro la camera stagna che costruisce, giorno dopo giorno, una realtà parallela. Quella mediatica.

press

Scilla in passerella

agosto 2014 | Scilla (Rc) | 

Ribaltare gli stereotipi: quale mission può essere ritenuta più urgente in un territorio, la Calabria, il cui storytelling nazionale punta il dito solo su ciò che non funziona? Così è nata la prima declinazione in eventi di una Calabria buona, quella che vale la pena di raccontare e vivere. Una declinazione che parte dalle nostre fondamenta: l’esigenza di creare rete, di scommettere sulle sinergie possibili.

L’idea della nostra #CalabriaOLTRE parte da una frase “on the road” (a proposito di mission): “Si può sempre andare oltre, oltre – non si finisce mai”. Declinando Kerouac abbiamo declinato tante eccellenze. Scilla, innanzitutto, grazie alle sinergie con il Comune. E a seguire quelle con la Provincia di Reggio Calabria, il Parco Nazionale d’Aspromonte, la Filodrammatica Scillese, che si è occupata della parte logistica. L’idea era molto chiara: abolire le passerelle, quelle cui siamo troppo abituati, con parvenu di turno che affollano palchi e monopolizzano microfoni. E riprendere la passerella, simbolo della cultura e della tradizione di Scilla, per catturare non tanto i pescespada, quanto le nostre radici. Ne sono seguite 8 serate intense, con un programma fitto e tutto da gustare, in giro per i posti più suggestivi della perla del Tirreno: il Bleu de toi, piazza San Rocco, la terrazza Le Sirene, il Lido Francesco. Con le nostre declinazioni di #CalabriaOLTRE.

| martedì 5 agosto 2014 |  #CalabriaOLTRE la passerella

bombino-lamberti-aldi-teramo-alvaro-pisano-vitettaPresentazione a bordo mare, accompagnati dal canto della soprano Eleonora Pisano. Con Eduardo Lamberti Castronuovo, Antonio Alvaro, Giuseppe Bombino, Aldo Aldi, Nicodemo Vitetta.

[il racconto | il video]

| giovedì 7 agosto 2014 | #CalabriaOLTRE i tribunali

10524310_1454948101443540_1650786688986520953_nNicola Gratteri intervistato da Paola Bottero.
A seguire, concerto degli Hantura.

[il racconto | il video]

| venerdì 8 agosto 2014 | #CalabriaOLTRE il pregiudizio

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Elisabetta Tripodi, Manuela Iatì, Consolato Minniti, Mimmo Martino, Alessandro Russo (moderati da Josephine Condemi e Filippo Teramo).

[il racconto | il video]

| sabato 9 agosto 2014 | #CalabriaOLTRE l’Aspromonte

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Giuseppe Bombino, Cosimo Sframeli, Francesca Parisi, Filippo Spanò, Rocco Lupini e Fausta Rigoli (moderati da Marisa Larosa e Filippo Teramo).

[il racconto | il video]

| domenica 10 agosto 2014 | #CalabriaOLTRE gli inchini

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Giovanni Ladiana, Stefano Musolino, Alessio Magro, Alessandro Russo, Paola Bottero (moderati da Josephine Condemi).

[il racconto il video]

| lunedì 11 agosto 2014 | #CalabriaOLTRE il declino della politica

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Giuseppe Raffa, Demetrio Naccari, Mimmo Talarico moderati da Alessandro Russo.

[il racconto | il video]

| mercoledì 13 agosto 2014 | #CalabriaOLTRE la narrazione

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Paola Bottero, Mimmo Gangemi, Fabio Mollo, Antonio De Bernardo moderati da Alessandro Russo.

[il racconto | il video]

| giovedì 14 agosto 2014 | #CalabriaOLTRE i commissariamenti

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Aldo Aldi intervistato da Filippo Teramo.
A seguire, concerto gruppo folk Le Sirene.

[il racconto | il video]

XXVII Salone Internazionale del Libro di Torino

Da giovedì 8 a lunedì 12 maggio 2014 Torino è Lingotto Fiere. Per la terza volta sabbiarossa Ed sarà presente con i suoi titoli e alcuni dei suoi autori per tutta la durata del XXVII Salone Internazionale del Libro. Per ripetere l’esperienza della XXVI edizione, in cui con il riuscitissimo evento l’arte dà forma alla parola avevamo presentato le opere originali di Caterina Luciano, l’artista che dà vita alle cover dei nostri granelli, tra cui i due titoli presentati al Lingotto (il Pogrom della Continassa e contro versa). La presenza di sabbiarossa ED nello stand della regione ospite aveva avuto grande rilievo fin dai mesi precedenti, e i nostri autori si sono fatti sentire.
Proprio come nella XXV edizione, del 2012, quando la casa editrice dello Stretto si affacciava nel mondo editoriale. Era stata una prima anticipata nel migliore dei modi, con un evento in cui Luigi Ciotti aveva animato un affollatissimo teatro nel cuore di Torino.
Gli appuntamenti di questa edizione, ormai ai nastri di partenza, sono 3, incentrati su 4 titoli, ma con un unico messaggio, quello del Salone: bene in vista. Ovviamente nello spazio conferenze della Calabria: padiglione 2, stand L10/M09.

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  • venerdì 9 maggio, ore 20 – La Calabria oltre la narrazione: il giornalismo, gli stereotipi, i pregiudizi. Un focus a più voci sui mali del giornalismo e quelli della nostra regione, che si fondono in una rappresentazione distorta e semplicisticamente resa con l’equazione Calabria=’ndrangheta e/o antimafia di facciata. Con Mimmo Gangemi [il giudice meschino, Einaudi], Paola Bottero [carta vetrata, sabbiarossa Ed], Alessandro Russo [marchiati, sabbiarossa Ed], Caterina Luciano
  • domenica 11 maggio, ore 17:30 – Le  ricette sognate: il buono della solidarietà. Anteprima del libro ricette sognate, sabbiarossa ed, raccolta dei cibi disegnati dai bambini del reparto chirurgico dell’Ospedale Infantile Regina Margherita (OIRM) di Torino e raccontati dalle madri (con ricette), nonché illustrati dal punto di vista antropologico e nutrizionale. ricette sognate nasce dall’idea dell’antropologa calabrese Mara Francese per raccogliere fondi che saranno destinati a creare, all’interno del reperto ospedaliero, spazi di gioco e ricreazione per i piccoli degenti. Con Mara Francese, Caterina Luciano, Jurgen Schleef, Erasmo Maiullari, Elisabetta Teruzzi, Maida Giachino
  • lunedì 12 maggio, ore 15 – Onorevole sarà lei: partendo dal libro-intervista scritto da Mimmo Talarico e Franco Dionesalvi, dialogo a tuttotondo sul senso più profondo della politica, dei privilegi e del muro innalzato tra istituzioni e cittadini. Con Massimo Cerulo, Mimmo Talarico e Alessandro Russo

i 18 finalisti al Premio Letterario nazionale Tropea

Sono stati resi noti i titoli dei 18 libri che prenderanno parte alla selezione ufficiale per la terna finalista all’ottava edizione del “Premio letterario nazionale Tropea”.

premiotropeaCome da tradizione, i libri saranno presentati al grande pubblico, in occasione dell’incontro di domenica 4 maggio, alle ore 10, presso la sala conferenze del Museo diocesano di Tropea. Questo compito spetterà ai membri del Comitato tecnico scientifico, presieduto da Gian Arturo Ferrari, già presidente del “Centro per il Libro e la Lettura” e con un passato da direttore generale della divisione libri Mondadori. A condurre la manifestazione sarà il giornalista Rai Pasqualino Pandullo, patron del Premio e presidente dell’Accademia degli affaticati di Tropea, associazione ideatrice e organizzatrice dell’evento.

La terna scaturirà da una rosa incredibilmente variegata, con titoli provenienti da 13 case editrici: Le voci di Berlino di Mario Fortunato (2014) e Il sale rosa dell’Himalaya di Camilla Baresani (2014) per Bompiani; Almanacco del giorno prima di Chiara Valerio (2013) e Condominio R39 di Fabio Deotto (2014) per Einaudi; Per dieci minuti di Chiara Gamberale (2013) e Il sorriso di don Giovanni di Ermanno Rea (2014) per Feltrinelli; Ritorno all’inferno di Luigi Renzo (2013) per Ferrari; Cadavere squisito di Luigi Carletti (2013), Nuovo dizionario delle cose perdute di Francesco Guccini (2014) e La lucina di Antonio Moresco (2013) per Mondadori; Marguerite di Sandra Petrignani (2014) per Neri Pozza; Ovunque proteggici di Elisa Ruotolo (2013) per Nottetempo; Le macerie dentro di Carlo Simonelli (2013) per Pellegrini, Trattato generale dei pesci e dei cristiani di Maro Genco (2013) per Prova d’autore; Marina bellezza di Silvia Avallone (2013) per Rizzoli; Da che parte sta il mare di Annarosa Macrì (2013) per Rubbettino; Carta vetrata di Paola Bottero (2013) per Sabbiarossa; L’ultima indagine del Commissario di Davide Cammarone (2013) per Sellerio.

il 2013 in pillole

Dopo un ottimo 2012, chiudiamo il 2013 con tante soddisfazioni.
E 12 granelli di SABBIAROSSA. Undici cartacei, uno in ebook. Continuano a darci grandi soddisfazioni, i nostri titoli.
Ecco le nostre tappe più importanti dell’anno.

la scrittura come atto di resistenza

Il 2013 di SABBIAROSSA si è aperto con una relazione che ne ha sintetizzato il lavoro: “la scrittura come atto di resistenza e libertà in Calabria”, e partendo dalla Calabria in tutto il resto d’Italia. L’appuntamento è stato a Catanzaro, all’Accademia di Belle Arti, il 30 gennaio, con l’intenso e corale viaggio alla ricerca delle domande giuste, e magari delle risposte, condotto da Paola Bottero, Alessandro Russo e dai tanti studenti e docenti presenti.

Rosaria Iazzetta, docente del laboratorio di scultura, artista poliedrica, ha voluto e organizzato questo e gli altri incontri che ha sintetizzato così: “La coscienza è sempre intenzionale. Resistenza creativa in e per la Calabria”.
Spiega Iazzetta: “Una delle difficoltà più grandi per studenti e non, è la capacità di esteriorizzare, e quindi portare in esterno, il mondo interiore, e rendere plausibile e vivibile il mondo reale.

Oggettivamente, l’operare nell’arte dovrebbe essere una modalità di rendere concreto, visivo e profondo il nostro stare al mondo, per poi interiorizzare e rendere soggettiva l’esperienza della vita, nel più profondo della nostra anima. Tutto questo procedimento genera cultura. Il prodotto dell’uomo è cultura. Allora, consapevoli di ciò, di questa necessità biologica, credo che sia interessante, confrontarci con altri che utilizzano diversi mezzi espressivi, per la resistenza necessaria ad ostacolare il me, che contrasta l’io, per conoscere alternative adottate, per dibattere su una questione che sembra calabrese, ma che solo calabrese non è. Dedizione e motivazione, da spingerla ad operare… ad operare ora, hic et nunc”.

l’inizio del viaggio

Il viaggio 2013 di SABBIAROSSA, per spargere e presentare granelli di sabbia, è iniziato a Torino, alla libreria Coop di piazza Castello. Il 17 gennaio abbiamo presentato il Pogrom della Continassa, con Mara Francese, Carla Osella, Caterina Luciano. Il 21 gennaio è stata la volta di Trento, il 22 di Rovereto.

Dopo l’anteprima di fine anno, il battesimo ufficiale de il porto senza Gioia. A Reggio Calabria il 13 febbraio Aldo Libri ha riassunto il suo diario di vita. Il 19 aprile si è spostato a Polistena (Rc), il 23 aprile ha rappresentato tutti gli altri granelli di sabbiarossa a S. Giorgio Morgeto (Rc) nell’evento “una rosa, un libro”.

Continuano le presentazioni di tutti gli altri titoli di SABBIAROSSA, a partire da Esperanza. Il 26 gennaio ha fatto tappa ad Anguillara Sabazia, il 18 marzo a Fumane (Ve), il 19 a Bassano del Grappa (Vi), il 21 a Pavia, il 23 a Ivrea. Il 12 aprile è stata la volta di Vicenza.

aprile

Ad aprile è stata inaugurata la nuova collana GENEALOGIE. Il 6 aprile a Roma la Casa internazionale delle Donne ha ospitato il workshop Prove tecniche di resistenza sul territorio. All’interno del convegno nazionale “I Sud, le mafie – le donne si raccontano”, Doriana Righini e Paola Bottero hanno presentato l’esperienza di SABBIAROSSAcontro versa. Toccherà ora ad IMPRONTE, la nuova collana in lavorazione.
I granelli di sabbiarossa dal 27 aprile al 1 maggio sono stati protagonisti di “Gerace Libro aperto”. Due le presentazioni: il sabato Mara Rechichi ha dialogato con Giovanna Vingelli, una delle dieci autrici di contro versa, aprendo un intenso dibattito “di genere”; martedì 30 aprile Paola Bottero e Alessandro Russo, autori di senza targa, hanno parlato di buonavita di Calabria con Patrizia Prestia e la Gurfata.

maggio

Con il maggio dei libri il 9 ci sono stati due appuntamenti concomitanti. A Catanzaro Nicola Fiorita ha moderato la presentazione di senza targa: un dialogo fitto ed un approfondimento sociale e politico tra il giornalistaAntonio Cantisani, il consigliere comunale Antonio Giglio e gli autori, Paola Bottero e Alessandro Russo. A Gioia Tauro (Rc)Tiziana Scarcella ha moderato la presentazione de il porto senza Gioia, dell’esordiente scrittore Aldo Libri, con gli interventi di Angela Napoli eGraziella Giunta. Sabato 11, a Bracciano (Rm), l’Archivio storico ha ospitato la presentazione di Esperanza, con uno dei due autori, Paolo Groppo, organizzata dai Lions.

Il 17 maggio, a Rosarno (Rc) Domenico Mammola ha moderato la presentazione de il porto senza Gioiacon l’autore Aldo Libri; il 24 maggio è approdatoa Taurianova (Rc): moderato da Salvatore Lazzaro con Luigi Longo, Pasquale Larosa, Nino De Masi, Michele Albanese e l’autore. Il 19 maggio, a Sorano (Gr), Paolo Groppo ha presentato il romanzo  Esperanza.

Dal 16 al 20 maggio, il XXVI Salone del Libro di Torino ha ospitato i granelli di sabbiarossa. Giovedì 16 con l’evento “l’arte dà forma alla parola”. Caterina Luciano, Roberta Toscano, Paola Bottero e Alessandro Russo, hanno presentato le scelte editoriali ed i primi risultati di sabbiarossa ED. Sabato 18 maggio è stata la volta di contro versa con Monia Andreani, Lucia Cardone, Ivana Pintadu, moderate da Mara Rechichi. Domenica 19 Carla Osella e Mara Francese, moderate da Paola Bottero, hanno presentato il Pogrom della Continassa. Intervento finale dell’assessore al Comune di Torino per il Welfare e le Politiche sociali, Elide Tisi.

giugno

Con giugno sono partite le presentazioni in giro per l’Italia di contro versa. L’1 a Pesaro, nella sede dell’Udi in concomitanza con il terzo appuntamento di Laboratorio Donnae. Pina Nuzzo ha introdotto le relazioni di Monia Andreani e Loredana De Vitis. Il 5, a Sassari, al Vecchio Mulino, Monica Farnetti ha moderato Lucia Cardone, Ivana Pintadu e Alessandra Pigliaru. Il tridente calabro con Denise Celentano, Doriana Righini, Giovanna Vingelli è partito il 12 a Catanzaro, al Circolo Augusto Placanica. Introduzioni di Venturino Lazzaro e Isa Mantelli. Il 13 si è spostatoa Reggio Calabria, nella sede dell’Associazione LiberaReggioLab. Introduzione di Letizia Cuzzola. Il 14 ha chiuso a Cosenza, alla libreria Ubik, con Daniela Ceci, Valentina Fedele, Ida Rende e Carla Tempestoso.

l’estate: luglio e agosto

Luglio è iniziato con il battesimo de la ‘ndrangheta davanti all’altare: il 14, in piazza Italia a Reggio Calabria, nel contest Tabularasa. Giusva Branca e Raffaele Mortelliti i padrini, Mad Simon e Enzo de Liguoro i rapper&player book. Gli autori al completo: Romina Arena, Paola Bottero, Francesca Chirico, Cristina Riso, Alessandro Russo.
Il 18 luglio a Pomigliano d’Arco (Na) Teresa Panico e Paolo Groppo hanno parlato di Esperanza, il 20 a Lecce l’associazione EvaLuna e Loredana De Vitis hanno raccontato contro versaHa debuttato il 29 a Palizzi (Rc) la contaminazione di bianco come la vaniglia. Il romanzo di Paola Bottero messo in musica da Mad Simon e interpretato da Enzo de Liguoro.

Ad agosto due nascite in carta, la terza di inaugurazione della collana E-RE(A)D, ebook di narrativa [di Augusto Antonio Viola, 50′] e tantissime presentazioni. Il 6 Colosimi (Cs) ha ospitato l’anteprima di onorevole sarà lei. Con gli autori Mimmo Talarico e Franco Dionesalvi, Enzo Arcuri, Giuliana Pugliano e Raffaele Rizzuto. Il 10 Esperanza e Paolo Groppo sono approdati alla Valle dei libridi Saint Vicent (Ao). L’11 a Catanzaro Lido SABBIAROSSA è stata ospite della libreria Ubik con la voce e la narrazione di Nunzio Belcaro. Nel contest un mare di parole è stata racc ontata l’esperienza editoriale, con Paola Bottero e Alessandro Russo. Il 13 a Scilla (Rc) è ripartito, all’anfiteatro comunale, il tour de la ‘ndrangheta davanti all’altare. Con rapping&playing book di Mad Simon & Enzo de Liguoro. Sempre a Scilla, il 22, il rapping&playing&talkingbook con l’anticipo di quello che sarà lo spettacolo teatrale di bianco come la vaniglia. Il 23 ad Aieta (Cs), è iniziato il tour di onorevole sarà lei. All’interno del Festival del libro, con Mimmo Talarico, Paride Leporace e Giovanni Ceglie. Poi è Longobardi (Cs) il 24, Diamante (Cs) il 26, Scigliano (Cs) il 27 e Bianchi (Cs) il 29.

Fine agosto con la ‘ndrangheta davanti all’altare. Il 28 a Polistena (RC), nel Campo Valle del Marro, l’incontro di don Pino Demasi, Paola Bottero e Alessandro Russo con i volontari arrivati da Roma e Pavia.

Il 30 a Tauriavanova (Rc) intensa serata nella piazza di fronte al Duomo. A Romina Arena, Paola Bottero, Francesca Chirico e Alessandro Russo si sono aggiunti gli interventi di don Pino Demasi e Giuseppe Creazzo, Procuratore di Palmi.

settembre

settembre sono proseguite le presentazioni di onorevole sarà lei. L’8 a Montalto Uffugo (Cs), con Pietro Caracciolo, il 13 a Mendicino (Cs), con Antonio Palermo, Luigi Settino e Vincenzo Di Voto. La conferenza stampa, nell’Astronave (Palazzo Campanella, sede del Consiglio della Regione Calabria), è stata il 18, coordinata da Romano Pitaro. Si è continuato a Rogliano (Cs), il 28, con Filippo Veltri, Leonardo Falbo e Giuseppe Gallo.
Domenica 15 a Gerace (Rc), Nicola Gratteri e don Giacomo Panizza hanno reso unica la presentazione di la ‘ndrangheta davanti all’altare. Presenti Paola Bottero, Cristina Riso, Alessandro Russo. L’evento, organizzato da Marisa Larosa (moderatrice con Tonino Massara), è stato arricchito dal rapping&playing boook di Mad Simon e Enzo dè Liguoro.

SABBIAROSSA è stata invitata a raccontarsi al TAOBUK – Festival internazionale del libro di Taormina. Una data: il 25. Un luogo sospeso: Taormina, la Terrazza dell’Archivio Storico. E una decisione: raccontarsi attraverso le contaminazioni che sono alla base dell’esordio di SABBIAROSSA. L’incontro contaminato tra Paola Bottero, Alessandro Russo e Caterina Luciano, con l’aggiunta delle nuove contaminazioni di rapping&playing book. Mad Simon e Enzo dè Liguoro hanno dato poesia, note e recitazione alle parole, ai contenuti dei primi 11 granelli. Con un estratto finale di di bianco come la vaniglia. Dove tutto è iniziato, in quel luogo di memoria dove si forma la realtà.

ottobre

L’ottobre di SABBIAROSSA si è aperto il 3 in una sala strapiena a Rende (Cs). Adriano Mollo e Arcangelo Badolati si sono affiancati a Mimmo Talarico e Franco Dionesalvi per raccontare onorevole sarà lei. Il 18 ottobre la ‘ndrangheta davanti all’altare è stata protagonista a a Messina di “La violenza del silenzio”. Romina Arena, Paola Bottero e Alessandro Russo, moderati da Marisa Larosa, hanno parlato di Chiesa che resiste e Chiesa che si volta dall’altra parte. Con loro padre Felice Scalia, Giuseppe Creazzo, Procuratore di Palmi, e il sindaco Renato Accorinti. Il 28 a Milano è stata la volta di Esperanza, di Paolo e Pierre Groppo.

novembre

Novembre è partito con il Tropea Festival Leggere&Scrivere 2013. Il 6, l’anteprima del romanzo carta vetrata di Paola Bottero, in conversazione, davanti a centinaia di studenti, con Cristina Vercillo.
Il 9 SABBIAROSSA è stata protagonista, con Paola Bottero, della conversazione “la ‘ndrangheta oltre la narrazione”. Con Mimmo Gangemi e Enzo Ciconte.

Lo stesso 9 la libreria Ubik di Cosenza ha ospitato Mimmo Talarico e Franco Dionesalvi per la presentazione di onorevole sarà lei con Massimo Clausi. Il 29, nella sede della Provincia di Reggio Calabria, il battesimo di carta vetrata. Josephine Condemi ha coordinato l’autrice del romanzo, Paola Bottero, e i tre relatori, Luciana Bova, Eduardo Lamberto Castronuovo e Aldo Varano. Il 30, a Roma, alla Casa internazionale delle donnecontro versa ha ricevuto un premio. Sezione Saggistica del Premio Il Paese delle donne & Donna Poesia.

dicembre

dicembre se si dice libri si dice Roma, e fiera Più libri più liberi. Due le presenze capitoline. Giovedì 5 la presentazione del libro-inchiesta la ‘ndrangheta davanti all’altare. Don Marcello Cozzi, vicepresidente di Libera e Santo della Volpe, direttore di Libera Informazione, hanno inaugurato così i dibattiti dell’associazione fondata da don Luigi Ciotti. Un dibattito intenso con due dei cinque autori: Paola Bottero e Alessandro Russo. Il 7 a Cagliari Pia Brancadori ha introdotto, al Centro di documentazione e studi delle donnecontro versa con tre delle autrici: Lucia Cardone, Alessandra Pigliaru, Ivana Pintadu.

carta vetrata già in ristampa prima del battesimo ufficiale

Non è ancora stato presentato ufficialmente, l’ultimo romanzo edito da sabbiarossa EDIZIONI, e già sta andando in ristampa. Carta vetrata, quarta opera di narrativa di Paola Bottero, è stata presentata in anteprima al TropeaFestival Leggere&Scrivere il 6 novembre, quando la giornalista Cristina Vercillo ha conversato con l’autrice di etica personale, sociale e professionale, partendo dalla trama del libro per arrivare alla realtà odierna. «Una realtà in cui l’apparenza è diventata sempre più spesso sostanza, in cui l’unico orizzonte sembra essere la notorietà, fondata sul nulla», come ha commentato Paola Bottero.

Si legge nella sinossi delle 312 pagine che hanno come copertina un collage, pastelli e matite su cartavetrata a grana fine (“invertebrati”, opera originale dell’artista Caterina Luciano): “Un rapimento in una terra impastata di ‘ndrangheta. La suspense entra nel circo mediatico sempre alla ricerca di nuove storie da dare in pasto all’opinione pubblica, in una corsa contro il tempo che non basta mai, per raggiungere la notorietà. Un mondo in cui nasce e si consuma il nuovo traguardo della società globale: la spettacolarizzazione televisiva come unico orizzonte per essere. Che è apparire, a qualunque costo. Protagonista e comprimari di carta vetrata corrono senza fermarsi mai, cercando il proprio spazio in un mondo dove notizie, azioni, idee, personaggi sono usa e getta. Partendo da Reggio Calabria e arrivando fino a Roma, carta vetrata toglie il velo a un mondo che non è fatto solo di passione e dedizione, ma nasconde sotto il tappeto ambizioni smodate e il vuoto di una superficialità trasformata in sostanza. Dove l’unica verità è la finzione. Ritmo accelerato, in un crescendo che porta all’apnea, guardando dal di dentro la camera stagna che costruisce, giorno dopo giorno, una realtà parallela. Quella mediatica”.

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Scrive del romanzo Ippolita Luzzo: «Incalzante e spietato, denuncia un vivere sempre piccolo e utilitaristico, senza retorica. Scrosta impietoso il giorno per giorno di un protagonista senza luce, opaco di slanci, in un televisivo anch’esso terribilmente vacuo. […] Un libro sull’insignificanza, direbbe Kundera, dei nostri tempi senza eroi».

Commenta Doriana Righini: «Un trip costante. La scrittura ha una feroce immediatezza, scorre veloce a ritmo sincopato, in un turbinio di immagini che paiono la rappresentazione in sequenza di specchi per allodole».

Del romanzo, del futuro del giornalismo e della società e di molto altro si parlerà venerdì 29 novembre, alle 17, al Palazzo della Provincia di Reggio Calabria, in piazza Italia.

Josephine Condemi, giovane giornalista studiosa di comunicazione e new media, coordinerà la serata e gli altri tre relatori che incalzeranno Paola Bottero: Luciana Bova Vespro, anima di Snoq Rc, Eduardo Lamberti Castronuovo, assessore provinciale alla Cultura e alla Legalità, oltre che docente di etica della comunicazione e il giornalista “di lungo corso” Aldo Varano.

i granelli al Taobuk, Taormina Book Festival

Dieci titoli editi in cartaceo, un e-book nella nuova collana di narrativa virtuale, E-RE(A)D, un romanzo in uscita a fine ottobre, il terzo della collana STORIE, altri due titoli in lavorazione per l’inizio del 2014: questo il bilancio dei primi due anni di vita (scatteranno a fine ottobre) di sabbiarossa EDIZIONI, casa editrice che sta posizionandosi nel panorama nazionale di un nuovo modo di creare spazi culturali. Di resistenza. Taobuk, il festival internazionale dei libri che per anima il fine settembre di Taormina, ha voluto riservare uno spazio al racconto di quest’esperienza partita in sordina, con “lucida follia”, per quella che i tre fondatori – i giornalisti Paola Bottero e Alessandro Russo e l’artista Caterina Luciano – hanno definito “un’urgenza”. «Siamo partiti contaminati, intrecciando arti visive alla parola scritta» spiega Paola Bottero. «Avevamo un’unica, montaliana consapevolezza: Codesto solo oggi possiamo dirti/ ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. Abbiamo iniziato a contaminare altri come noi con la nostra follia – quella di creare nella punta dello Stivale italiano una casa editrice libera e indipendente. Siamo diventati una squadra. Abbiamo iniziato a investire – tutto il nostro tempo e le nostre risorse economiche – per creare granelli di sabbia. Rossa. Alla ricerca del granello giusto di Norberto Bobbio: Qualche volta è accaduto che un granello di sabbia sollevato dal vento abbia fermato una macchina. Anche se ci fosse un miliardesimo di miliardesimo di probabilità che il granello, sollevato dal vento, vada a finire nel più delicato degli ingranaggi per arrestarne il movimento, la macchina che stiamo costruendo è troppo mostruosa perché non valga la pena di sfidare il destino».

Racconteranno la loro storia, mercoledì 25 settembre, alle 20:30, sulla Terrazza dell’archivio storico di Taormina, splendida location scelta dagli organizzatori del Taobuk. La storia di ogni granello, di ogni titolo. Un percorso contaminato e contaminante: «Siamo partiti contaminati, intrecciando l’arte visiva di Caterina Luciano alla parola scritta. Siamo andati avanti per continuare a contaminarci e contaminare. L’ultima contaminazione abbraccia le due arti che mancavano all’appello: la musica e la recitazione, che proprio a Taormina diventeranno un tutt’uno del nostro racconto, con le interpretazioni di Mad Simon ed Enzo dè Liguoro».

Un percorso, quello di sabbiarossa, che affonda le radici nella memoria. Perché, come diceva Proust, la realtà non si forma che nella memoria. Un percorso che è un ciclo continuo, che nell’estate si è focalizzato sui due titoli della collana IMPRONTE: la ’ndrangheta davanti all’altare, primo e coraggioso libro-inchiesta che raccoglie organicamente le collusioni tra la Chiesa e la mafia in Calabria, la cui ultima presentazione è avvenuta pochi giorni fa a Gerace, con Nicola Gratteri e don Giacomo Panizza, e onorevole sarà lei, presentato in conferenza stampa all’interno di quel Palazzo di cui il libro racconta molti segreti. La parte finale di mercoledì sera sarà dedicata a bianco come la vaniglia, primo titolo edito, oggi spettacolo per le scuole e laboratorio di memoria. Indispensabile per ridisegnare la realtà.

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Quell’altare a Gerace dove la ‘ndrangheta non passerà

Il racconto di ciò che è successo alla presentazione di Gerace del libro la ‘ndrangheta davanti all’altare

di Paola Bottero per Libera Informazione

«In ciascuno di noi c’è un piccolo mafioso». In questa frase del Procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, è racchiusa la sintesi dell’intenso pomeriggio di ieri a Gerace.

La chiesa di San Francesco, con il suo altare in marmi policromi, è una delle ricchezze della nostra Calabria. Non era possibile pensare a una location migliore per parlare di ’ndrangheta davanti all’altare. Marisa Larosa, giovane e ottima mattatrice dell’evento organizzato dalla sua associazione, ACTST (Associazione Cultura e Tradizione per lo Sviluppo del Territorio), ha fatto le cose in grande, per presentare il nostro libro inchiesta. Ha coinvolto il Comune di Gerace, del quale il sindaco Varacalli ha portato i saluti, e un cittadino eccellente. Nicola Gratteri, appunto. Altro relatore d’eccezione don Giacomo Panizza, capace di accarezzare con il suo dire morbido un tema così complicato e scomodo. Due stacchi importanti, con il rapping&playing book di Mad Simon e Enzo dè Liguoro. Tre di noi: Cristina Riso e Alessandro Russo, oltre me. Con Romina Arena e Francesca Chirico autori di la ‘ndrangheta davanti all’altare. L’evento è andato in diretta su radio Touring104, il cui conduttore Tonino Massara ha affiancato la moderatrice. Marisa Larosa, appunto.

Oggi, il giorno dopo, sono tantissime le emozioni che vorrei fermare per sempre. Non voglio ripercorrere tutto quello che è stato detto, con forza: ci sono le prese dirette, integrali, per chi non è riuscito a raggiungere uno dei borghi più belli d’Italia. Ma ci sono alcuni passaggi fissati in modo indelebile. Come la riflessione in chiusura di Gratteri, appunto. Che ha saputo semplificare ottimamente le radici del nostro male. Non conosce grigi, Gratteri. Non gli piace decolorare i neri della criminalità organizzata: per lui o si è mafiosi o non lo si è. E anche se si è professionisti della cosiddetta società civile, anche se si è medici, avvocati, politici, imprenditori – e perché no, magistrati –, quando non si agisce con coerenza, quando ci si lascia avvicinare dai neri, non ci si limita a sporcare i bianchi, in varie tonalità di grigi: ci si lascia catturare in toto dai neri. Quella frase del piccolo mafioso in ognuno di noi è la sintesi perfetta della sua convinzione. Perché è facile, troppo facile, ascoltare il lato oscuro e lasciarsi sopraffare. Basta una chiamata al compare. Basta una raccomandazione. Basta voltarsi per un attimo, abbassare la guardia, scegliere la via più facile. Basta perdere di vista la coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa. Non le manda a dire, Gratteri. Chiede a chi continua a confondere, nel vasto mondo dell’informazione, le persone che si danno sul territorio a favore della legalità con quelle che hanno fatto dell’antimafia una professione, di fare i nomi e i cognomi. Di dire chiaramente, con coerenza, ciò che invece rimane sospeso tra i non detti.

Due ore e mezza di riflessioni. Due ore e mezza di approfondimenti, in cui i tanti esempi positivi, da Denise Cosco a Mario Congiusta, passando per don Pino Puglisi, ammazzato dalla mafia proprio vent’anni fa, si mescolano ai troppi esempi negativi, di cui tanto abbiamo parlato nel nostro libro. E ieri. Due ore e mezza in cui ciascuno dei tantissimi presenti ha seguito ogni attimo, ogni parola.

Strapiena, la chiesa di San Francesco. Tante, tantissime persone in piedi: le sedie, sistemate in gran numero, erano davvero troppo poche. C’era anche, accanto al tavolo dei relatori, un posto occupato. Una sedia vuota. Un simbolo forte che il movimento reggino Snoq ha portato là. Per ricordare le donne che non ci sono più. Le troppe vittime di femminicidio.

Al centro la deformazione di cui parlava don Italo Calabrò. La deformazione sulla parola uomo. La deformazione sulla parola onore. E il ribaltamento di tanti, troppi concetti che dovrebbero essere alla base di qualunque società che sia degna di chiamarsi civile.

Mi piacerebbe che chi continua a condannare, con le parole, questa barbarie, chi sprona, con le parole, a combattere tutti insieme, perché solo uniti possiamo vincere la ’ndrangheta, chi cerca nella mancata promozione del territorio e nella latitanza dello Stato il capro espiatorio di questa deriva morale e sociale in cui siamo sprofondati, lavorasse intensamente per eliminare il vero, unico problema. Quello che sta alla base di tutti gli altri: la mancata promozione dei valori reali. Perché oggi è facilissimo trovare chi dal proprio pulpito, dentro e fuori dalle Chiese, ha la ricetta giusta. Quella da regalare al proprio popolo. Costano poco, pochissimo, le parole. Ma è sempre più difficile trovare chi sa, a quelle parole facili, accostare la coerenza nei fatti e nei comportamenti. È sempre più difficile individuare le luci. Quelle che contrastano in modo netto con le ombre dell’opera originale realizzata da Caterina Luciano per la cover del libro, protagonista assoluta per la capacità di sintesi, in acrilici su tela, del concetto di Gratteri: non ci sono grigi. Ci sono bianchi. Ci sono neri. Ci sono luci, ci sono ombre. Non c’è posto per le penombre.

Mi piacerebbe, dicevo. Mi piacerebbe che la Chiesa, quella Chiesa che sa resistere, che sa far diventare contagioso il coraggio dei propri pastori che vivono e operano nella luce, infondendolo sul popolo, desse un segnale forte. A proposito di femminicidio me ne viene in mente uno, facile facile. Lo strumento esiste già. È un caposaldo del diritto canonico: l’annullamento del matrimonio alla Sacra Rota. Sarebbe bello se venisse previsto un accesso facilitato per le donne che ancora non sono vittime di femminicidio, ma sono candidate a entrare nell’elenco che non finisce mai. Donne che, spesso inconsapevolmente, si sono sposate davanti a Dio e davanti alla ’ndrangheta. E se trovano il coraggio, per la propria libertà, di affrontare la legge che le vuole morte se non seguono le regole della mafia, a volte si fermano perché temono qualcosa di ben più forte. Perché hanno preso un impegno davanti a Dio, e a quello si sentono vincolate. Mi piacerebbe, da laica e da donna, in questa religione che si evolve, che cambia in continuazione, come ben ci ha spiegato ieri don Giacomo, come ci sta dimostrando quotidianamente Papa Francesco, che venisse previsto un istituto canonico capace di dare alle donne che per fede non trovano la forza di allontanarsi dai loro carnefici la certezza di essere nel giusto.

Perché se è giusto che ciascun pastore cerchi e aiuti le pecorelle smarrite, se è giusto che faccia tutto il possibile per riportarle all’ovile, è indispensabile saper distinguere le pecore dai lupi. E non trattare i lupi come pecorelle da immettere nell’ovile. Sono lupi, anche se ben travestiti. Aprirebbero sempre e comunque i cancelli al branco.

Vuoi vedere che gli e-book non sono così male?

di Paola Bottero 

In spiaggia sotto l’ombrellone con un e-reader. Avercelo. Il lettore ultimo modello (Kindle o Kobo che sia) e, soprattutto, il tempo per andare in spiaggia.

Ma mi è capitato – per sbaglio – di riuscire a farmi un bagno. Per carità, quelle tre o quattro volte, quest’estate. Tempo di magra assoluta, ma va bene così. Ogni volta c’era qualcuno assorto sulla sua tavoletta virtuale. Doppia stizza. Intanto, perché ho la pessima abitudine di sbirciare le altrui letture. Mi piace cercare di riconoscere la copertina da lontano, magari scoprendo qualche libro che ho appena finito di leggere. O che staziona nella pila in attesa delle mie vacanze.

Seconda stizza, ancora maggiore: questi e-book vanno. Eccome se vanno. Io, feticista dei feticisti degli ultimi lettori che oltre agli occhi devono soddisfare il tatto e l’olfatto. Io, vecchia retrograda che continua a differenziare la lettura “di studio”, in cui gli e-book sono i benvenuti, decisamente più pratici, da quella “vera”: la narrativa in tutte le sue espressioni. Quella che non può prescindere dalla carta. Dal dorso che segna la fatica dell’intreccio. Dal segnalibro che preserva dalle orecchie. Fastidiosissime orecchie.

Il feticismo è feticismo, non si scappa. Perdonatemi.

Ricapitolando. Non disdegno in assoluto gli e-book. Ma sono certa – o spero? – che non riusciranno ad assorbire totalmente la carta, assassinando fino all’ultimo libro.

Ma siccome amo mettermi continuamente in discussione, e sperimentare, da un anno mi consento qualche strappo alle mie regole rigide di lettore intransigente. Lettore. Non lettrice, perché il lettore non ha età. E non ha sesso. Ed è accanito. Non presta i suoi libri per non perderli. Li accarezza in libreria pregustandone o ricordandone le emozioni della lettura. Si fa le pippe, insomma. Pippe di carta.

Ci sono anche quelle virtuali. Le ho provate. No, non ho comprato lettori o tablet ultima generazione. Non ho l’iPad. Li ho scaricati, semplicemente, sul computer. Li ho letti con un’applicazione standard in grado di aprire ogni tipo di formato (tra epub, mobi, pdf, anche l’editoria virtuale è una giungla). Qualche volta sono rimasta delusa. Qualcun’altra estasiata.

E-READ-logoÈ nata così in sabbiarossa, in contrasto con chi, più giovane (anche e soprattutto intellettualmente) di me, perorava la causa dell’ondata degli e-book, la scelta di far nascere una collana di soli titoli virtuali. Perché mettere in rete ciò che già esiste in carta, alla fine, era troppo semplice. Ma creare una collana editoriale di narrativa 2.0, come va di moda dire da qualche tempo, era una bella sfida. E-RE(A)D. Leggere rosso. E leggere virtuale.

Da oggi è disponibile sulle prime piattaforme – perché anche nel web la distribuzione ha i suoi tempi tecnici, che variano con costanza – il primo granello virtuale. Che ho letto su computer. Ed ho riletto impaginato. E-book in attesa di gettarsi nel mare del web. Devo confessarlo, con vergogna: non riuscirei a vederlo libro di carta. Non ancora. Perché è duro e diretto. Va giù pesantissimo con la sua leggerezza. Ti rovista dentro e ti lascia senza fiato.

Anzi, per dire la verità, la prima volta che l’ho letto mi ha dato una tale botta da costringermi a cercare la spiaggia. Il mare. Per trovare accanto a me altri e-lettori assorti nella loro tavoletta nera, quasi a confermare che 50’ non poteva che entrare là. Difficile definirlo, questo primo e-book. Provo con la sinossi. “Un dialogo serrato. Cinquanta minuti. Una vita che si dipana e prende forma da un evento apparentemente minimo rispetto ai fantasmi di un passato che è presente. E che non deve essere futuro.

50, concentrato di narrativa di Augusto Antonio Viola, racchiude in uno spazio-tempo definito lo spazio-tempo indefinibile delle lacerazioni di chi comprende le radici e gli eventi che hanno travolto la sua vita dallinterno, quello più intimo. Quello della famiglia. E le espelle, in un outing leggero e profondissimo, per capire. Un’introspezione che diventa espulsione. Liberazione. E denuncia, fortissima, dei tabù di cui è intrisa la nostra società “moderna”.
Si legge di un fiato, 50. Poi rispunta con i suoi detti e i suoi non detti. Per riflettere sullimmoralità della morale. Per comprendere che quei cinquanta minuti non sono dellautore, ma appartengono a ciascuno di noi. A futura memoria”.

L’autore, Augusto Antonio Viola, è architetto e designer. È docente a La Sorbonne di Parigi. È consulente esperto alla Divisione Affari Culturali del Consiglio d’Europa a Strasburgo. È nato a Napoli, vive tra la Francia e l’Italia. Inventa, scrive (pubblicazioni tecniche, opere sulle città italiane, articoli sulla Biennale per il Sole24Ore, opere di narrativa). E ti spappola la pancia, quando lo leggi.

Ritmo serrato, apparentemente leggero. Dialogo fitto. Cinquanta minuti che non racchiudono solo la vita, le domande, la denuncia nei confronti dei tabù che inchiodano il protagonista, la ricerca della morale, vera o finta che sia: quei cinquanta minuti sono una vera e propria terapia per chiunque lo legga. Perché è spietato, Antonio, nel descrivere l’amore. È spietato nel cercare le radici che infettano questo amore prima ancora che nasca. Ed è perfetto nel suo fornire uno spaccato reale, incredibile, di questo nostro mondo in cui ciascuno rappresenta il proprio ego al di sopra del bene e del male. [restoalSud]